Nessuno parla, bocce cucite. Vincenzo Cotugno non risponde al telefono da venerdì sera, da quando il presidente Toma ha assegnato le deleghe agli assessori. Dal suo entourage lasciano trapelare insoddisfazione, delusione.
Vincenzo Niro risponde, è cordiale, ma non vuole toccare l’argomento: «Non ho nulla da dire, mi rimetto alle scelte del presidente». La sensazione è la stessa, anche Niro è deluso. Anche lui si aspettava qualcosa in più.
Deluso anche chi pensava ad una concertazione, ad un confronto. Nella ripartizione delle deleghe, il presidente Toma non si è lasciato guidare da un metodo scientifico, non ha ascoltato gli assessori. Ha riferito di aver tenuto conto «del bagaglio di esperienze, di competenze e del vissuto personale».
Il governatore ha tenuto per sé Programmazione e Politiche comunitarie, Agenzie e partecipate, Bilancio e finanze, Comunicazione, Politiche giovanili, Cooperazione, Enti locali, Politiche energetiche sostenibili, Ricostruzione e Protezione civile, Riforme istituzionali, Sanità, Lavoro e formazione professionale.
Il botto lo hanno fatto i due assessori di Forza Italia: Nicola Cavaliere infatti si occuperà di Agricoltura e Lavori pubblici, oltre a Programmazione forestale, Sviluppo rurale, Ambiente, Caccia e pesca, Viabilità e infrastrutture, Marketing territoriale.
Per l’assessore Roberto Di Baggio: Politiche abitative, Urbanistica, Trasporti e patrimonio.
Agli altri briciole, ovvero, deleghe che nelle passate consiliature venivano solitamente assegnate ai consiglieri non assessori.
A Cotugno, è vero, Toma ha conferito anche la carica di vicepresidente. Carica di prestigio che probabilmente riconosce all’ex numero uno di Palazzo D’Aimmo l’ottimo risultato elettorale. Ma Turismo (senza peraltro il marketing territoriale), Cultura, Sport e Molisani nel mondo probabilmente non ripagano le aspettative. Da quanto trapela da Venafro, nemmeno lontanamente. E c’è chi già parla di «golpe bianco».
A Vincenzo Niro, il presidente ha assegnato le Politiche dello sviluppo economico, l’Accesso al credito, le Politiche per le risorse umane, l’Istruzione, università e ricerca. Una delega – quest’ultima – incompleta e non omogenea.
Da rivedere. Correggere. Diversamente le conseguenze potrebbero essere clamorose.
I primi malumori già dopo l’indicazione del doppio assessorato a Forza Italia. Più di qualcuno ci ha visto lo zampino dell’onorevole Annaelsa Tarraglione, a cui il presidente Berlusconi in occasione delle elezioni Politiche ha concesso il paracadute in Puglia (in Molise è andata male e non solo per lei). Tartaglione ha sempre nutrito una particolare simpatia per Nicola Cavaliere che oggi è uno degli assessori più potenti della storia recente del Molise: si pensi solo al peso specifico delle deleghe all’Agricoltura e ai Lavori pubblici. Una sproporzione evidente tra quanto ottenuto dal partito di Berlusconi e gli altri componenti della coalizione.
Insomma, l’aria è pesantissima. E non solo tra i componenti del nuovo esecutivo. Molto amareggiati anche l’ex governatore Iorio, il cui partito non ha avuto alcuna gratificazione dalla ripartizione. E anche Quintino Pallante (Fratelli d’Italia) che sperava in un posto in giunta, ma si sarebbe accontentato – si fa per dire – della presidenza del Consiglio regionale.
Da quanto si apprende, venerdì sera i malpancisti (Cotugno e Niro) hanno chiesto a Toma di tornare sui suoi passi. Il presidente ha convocato gli assessori e ne è scaturita una lunghissima riunione terminata nel cuore della notte, senza, tuttavia, nessuna novità sostanziale. Forza Italia, almeno fino a ieri mattina, era decisa a non concedere nulla. Riunione aggiornata a ieri pomeriggio e, ancora, a oggi alle 16. Si tratta a oltranza, fin quando non si troverà una soluzione. Nel caso in cui le posizioni dovessero restare distanti, è facile immaginare ripercussioni in Aula domani in occasione della prima seduta del Consiglio regionale.

ppm

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