Poche ore di scostamento sul ruolino di marcia del governatore. Nel pomeriggio Donato Toma nomina il quinto assessore della sua giunta: è Luigi Mazzuto, coordinatore regionale della Lega indicato dal leader nazionale Matteo Salvini al presidente di Palazzo Vitale.
Confermate le indiscrezioni che da qualche settimana riferivano di una linea ben precisa del ‘Capitano’. Bene il risultato del 22 aprile, bene i due eletti (le consigliere Romagnuolo e Calenda). Nell’esecutivo, forte anche del grande voto di opinione che lo stesso Salvini ha portato alla lista del Carroccio in Molise, il segretario nazionale ha voluto un uomo che può essere considerato l’iscritto zero della nuova Lega, il partito nazionale che Salvini ha costruito.
Quando lasciò il Pdl e aderì alla Lega, nel centrodestra in tanti guardavano a Mazzuto con bonaria sufficienza, anche con un po’ di ironia. Lui è andato avanti. In quattro anni, la forza politica da lui guidata è arrivata a tallonare Forza Italia (il dato delle regionali parla di una differenza di circa l’1%). Tutti elementi che Salvini ha tenuto in considerazione. La scelta è stata politica: nella giunta regionale un uomo che garantisce la linea della Lega perché la interpreta da tempo coerentemente.
Così le soddisfazioni che fin qui Mazzuto aveva raccolto, soprattutto negli ultimi mesi, diventano ‘pubbliche’. Gliele riconosce l’indicazione di Salvini che lo stesso Capitano ha più volte confermato a Toma in questi giorni. La linea della Lega è: Mazzuto nell’esecutivo del centrodestra tornato a vincere in Molise.
Le deleghe saranno assegnate all’ex presidente della Provincia di Isernia probabilmente domani. Quando saranno rimodulate anche quelle affidate in prima battuta a Cavaliere (asso pigliatutto con Agricoltura e Lavori pubblici), Di Baggio (Trasporti), Cotugno (vicepresidente, Cultura e Turismo), Niro (Sviluppo economico e accesso al credito).
Mazzuto conosce bene le fibrillazioni in corso fra le elette, i non eletti e alcuni esponenti della Lega. Ma le sue dichiarazioni sono, anche naturalmente ormai, distensive. E volte al lavoro in assessorato. «È un errore pensare che abbia chiesto io l’assessorato, la richiesta è stata di Matteo Salvini. Ora ci aspetta tanto da fare per questa regione. La passata amministrazione è stata disastrosa. È chiaro che bisogna prima di tutto capire cosa troviamo, ma lo studio non durerà certo cinque anni. Appena comprese le cose, ci rimbocchiamo le maniche e mettiamo mano a quelle che saranno le deleghe che il presidente ritiene di affidarci». E aggiunge: «Capisco i malumori, ma la politica è fatta anche di momenti. Bisogna aspettare, le situazioni evolvono e nessuna porta è chiusa. Per ora è il momento di lavorare ricordando il grande risultato della Lega in Molise: due consigliere regionali e un assessore. Un risultato storico dopo quattro anni di lavoro». Guarda al «buon governo della Lega in altre Regioni sia sotto il profilo economico che del lavoro. Per questo dobbiamo fare rete con quelle realtà».
È un esterno, altra critica. Ma rileva che l’aggravio di costi non c’è, anche gli altri assessori sono sostituiti in Consiglio. Quella di Salvini è una scelta politica e di partito, conclude. «Per quanto mi riguarda, la politica è passione, che insieme alla conoscenza dei problemi può produrre buoni frutti».
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