Salvini sempre più su nel gradimento, sempre maggiore inoltre il peso specifico del leader della Lega nel governo con M5S. Alle regionali del Molise il Capitano aveva già dimostrato il suo potenziale di attrazione sull’elettorato: la lista ha beneficiato un largo voto di opinione, la gente ha scelto Salvini.
Incredibile a dirsi, tanto successo può fare male. In regione, infatti, la Lega sta vivendo un momento di crescita imponente che rischia di diventare un boomerang. Chi entra e sotto l’egida di chi? Le polemiche sono all’ordine del giorno. L’ultima in ordine di tempo, sull’ex azzurro Alessandro Pascale.
Il coordinatore regionale Luigi Mazzuto richiama tutti all’ordine. Lo fa con una dichiarazione diplomatica ma chiara. «Visto il risultato alle regionali e dato che Salvini è vicepremier, questa crescita era preventivata. Auspicabile, naturalmente. Ma certo, va gestita», avvia il ragionamento. «L’adesione alla Lega – sgombra il campo – significa adesione ai suoi principi, ai suoi programmi e alla sua linea politica». Linea dura sull’immigrazione, giro di vite sui centri di accoglienza, flat tax e autodifesa: questi i punti che proprio in queste ore Salvini sta riaffermando con una certa nettezza. E chi abbraccia la causa del Carroccio sceglie queste cose.
«Il momento di crescita quindi va gestito – prosegue Mazzuto – nel migliore dei modi, nel modo giusto e corretto e senza mortificare chi è stato al mio fianco dal primo momento. Chi entra nella Lega fa il suo percorso, ma nulla è scontato. Ci sono aspettative? È legittimo, per carità. Ma non c’è niente di scontato. Alle regionali lo abbiamo dimostrato non candidando riciclati».
Filomena Calenda, consigliera regionale e coordinatrice cittadina a Isernia, dice chiaramente: «È ora di smetterla con le polemiche. Non possiamo stare sui giornali ogni giorno con chiacchiere da condominio. Il nostro leader ha un ruolo importantissimo. Ben vengano le adesioni in Molise, soprattutto se si tratta di sindaci che rappresentano il territorio. Ma proprio perché stiamo vivendo un momento di gloria non si può pensare di salire solo sul carro dei vincitori senza condividerne i principi. Io sono felicissima che la Lega cresca – conclude – e agli amministratori che entrano nel partito dico di prendere esempio da quelli del Nord e a realizzare il buon governo prima ancora di pensare a candidature o posizioni. Tutti noi dirigenti locali dobbiamo fare una pausa di riflessione e condividere le cose che facciamo».
r.i.

È rissa sui nuovi ingressi, scambio di accuse nel capoluogo

Alessandro Pascale entra nella Lega. Alberto Tramontano, candidato alle regionali col Carroccio (è il secondo dei non eletti), poche ore dopo dichiara: alle prossime comunali il partito non candiderà gli uscenti di Palazzo San Giorgio.
Alza un muro, anche per se stesso fra l’altro essendo pure lui un uscente, e il riferimento a Pascale è immediato.
Ma non finisce qui. Nel pomeriggio parla il coordinatore cittadino Sergio Martone, che insieme alla responsabile provinciale Aida Romagnuolo ha tenuto a battesimo l’ingresso dell’imprenditore campobassano ex Forza Italia. «Le opinioni di Tramontano, che non ha incarichi di partito, sono personali».
Il Carroccio attira, quasi attira troppo e troppi. E rischia di implodere.
Tramontano spiega che lo stop agli uscenti di Palazzo San Giorgio alle comunali del 2019 è stato deciso «da Aida Romagnuolo (coordinatore provinciale della Lega – Campobasso), da Luigi Petroni (coordinatore provinciale della Lega – Isernia) e da Luigi Mazzuto (coordinatore regionale) per la costruzione della lista per le regionali del 22 aprile scorso». Posizione, aggiunge, «sostenuta da Salvini e dai dirigenti locali» che ha l’obiettivo di «arginare le brame opportunistiche di taluni personaggi che nulla hanno condiviso dei valori della Lega e che fino a qualche giorno fa erano posizionati in altri lidi». Nel 2019 volti nuovi, ripete. E si dice sicuro che le elezioni nel capoluogo di regione saranno di sicuro monitorate con attenzione dal leader e dai dirigenti nazionali che «non consentiranno che alcuni dirigenti locali della Lega e qualche occulto suggeritore, accecati dalla brama di potere, infanghino il percorso della Lega per fini personalistici. Gli ingressi annunciati, gli avvicinamenti opportunistici e le benedizioni in stile massonico non troveranno cittadinanza nel partito di Salvini».
Martone bolla come «inopportuni commenti» le dichiarazioni di Tramontano. «Il partito non è suo per dire cosa fare, anche perché se così è che la pensa ha sbagliato partito. In questo momento, la Lega molisana non ha bisogno né di polemiche e né di opportunisti», la replica al vetriolo del neo coordinatore di Campobasso che sostiene di avere anni di militanza e supporto alla Lega alle spalle. «Se ci sono degli onesti amministratori che non hanno mai rubato ma che vogliono aderire al nostro progetto della Lega, ben vengano, valuteremo la loro posizione serenamente. E lo stesso faranno i dirigenti di Isernia se ci sono amministratori del comune di Isernia che vogliono aderire», prosegue Martone. «Abbiamo il dovere di far crescere la Lega e non di farla decrescere per ovvi motivi, ovvero per avere il controllo della stessa. Sono certo che anche il coordinatore regionale Luigi Mazzuto, le consiglieri regionali Romagnuolo e Calenda, siano sulla mia stessa linea d’onda, che la pensano come me, che abbiano – conclude chiamando in causa i vertici – lo stesso interesse a far crescere la Lega nel Molise».

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