Il governatore Donato Toma rilancia la sfida del collega D’Alfonso: macroregione? Prima del matrimonio cominciamo a fidanzarci firmando l’accordo di confine sulla sanità.
Così Toma a Primo Piano. Immediata la reazione dell’ex presidente Michele Iorio che ha avversato da subito la bozza di intesa definita dal predecessore di Toma, Paolo Frattura, e appunto il governatore abruzzese D’Alfonso.
«L’accordo di confine con l’Abruzzo rappresenterebbe il colpo mortale per la sanità molisana. Non possiamo ragionare sui particolari messi in campo dall’allora presidente Frattura perché, ancora oggi, non ne conosciamo i contenuti. Nel leggere le posizioni del presidente Toma è doveroso, però, ricordare che con tale atto il territorio molisano diventa, di fatto, tributario dell’Abruzzo», dice Iorio.
In particolare, pone l’attenzione sul basso Molise: «La conseguenza di questo atto sciagurato sarebbe quella di garantire al nuovo ospedale di Vasto l’emergenza 24 ore su 24 e, contemporaneamente, impoverire la sanità del Basso Molise con il conseguente aumento vertiginoso della mobilità passiva per la nostra regione. Sarebbe, invece, cosa molto meno costosa per il Molise e certamente più augurabile per il nostro territorio e per i nostri cittadini che ci si prodighi per rendere operativa l’emodinamica di Termoli h24 per la gestione delle emergenze piuttosto che mantenerla alle 12 ore previste dal governo precedente. Abbiamo un servizio di gestione delle emergenze cardiologiche a Termoli già esistente, basterebbe implementarlo con il personale e invece viene depauperato dalla sostituzione con un nuovo centro a pochi chilometri di distanza e in un’altra regione. A noi sembra una politica inaccettabile. Spero – conclude Iorio – ci sia la possibilità di discuterne non solo all’interno dell’attuale maggioranza ma, senza divisioni dovute a colori politici, all’interno del Consiglio regionale che ha un’evidente competenza in materia tenendo presente le conseguenze per il Molise non solo a livello di sanità ma anche l’impoverimento di altri settori quali ad esempio commercio, turismo e la riorganizzazione dei trasporti».

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