Al suo esordio da capo del Viminale tra il popolo di Pontida è stato, come ampiamente pronosticabile, un gran successo.
All’arrivo Salvini ha attraversato il prato per salutare i sostenitori (e prestarsi per gli ormai consueti selfie), perché – ha affermato – «il desiderio è di restare fra la gente».
Si è detto pronto ad ignorare i limiti sul deficit imposti da Bruxelles per «dare un futuro ai nostri figli e per evitare che scappino all’estero. Prima – ha ribadito più volte dal palco – viene la felicità dei popoli».
Immigrazione e porti, sicurezza e legittima difesa, rapporti con l’Europa, legge Fornero, lotta alle mafie i temi toccati dal “capitano” dell’unico partito politico che continua a crescere nei sondaggi dopo le elezioni di marzo.
Prima di lui hanno parlato, tra gli altri, i governatori di diverse Regioni, tra cui Donato Toma. Applaudito il presidente molisano fin quando non ha “nominato” Berlusconi. L’imprudente (nell’ambito del contesto) citazione gli è costata più di qualche fischio.
«Ringrazio l’amico Matteo Salvini per l’invito. Matteo è stato attivissimo per la campagna elettorale in Molise e non potevo non essere a Pontida per salutare un partito alleato e per ringraziare anche tutti i parlamentari della Lega che sono venuti fisicamente in Molise a sostenere la nostra coalizione» – ha detto Toma in apertura del suo intervento ieri mattina dal palco di Pontida, dove si sono dati appuntamento non solo gli attivisti della Lega per il loro tradizionale raduno annuale, ma anche i governatori di centrodestra del Nord e del Sud d’Italia. Oltre a Toma, per il Meridione c’era anche il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci.
«Sono un presidente di centrodestra – ancora le parole del governatore – eletto da una coalizione unita e compatta. Dialogo istituzionalmente con il governo, com’è giusto che faccia un presidente di Regione che rivendica attenzione per il proprio territorio, e sono felice di avere Matteo Salvini e i ministri della Lega come interlocutori privilegiati. L’unità del centrodestra non è messa in discussione. Viviamo una fase dinamica della vita politica: Silvio Berlusconi, con grande senso di responsabilità, ha dato l’ok alla formazione di un governo tra i due partiti che hanno ottenuto più voti e che hanno trovato una convergenza programmatica (e qui la platea ha mostrato tutto il suo disappunto, ndr). In questo modo si è sbloccata una situazione di impasse che rischiava di essere pericolosa per il nostro Paese».
Toma aveva premesso alla vigilia della sua trasferta che avrebbe chiesto a Salvini di accelerare sulla nomina del commissario alla Sanità. «Ne ho parlato con il ministro e con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. Sono il governatore della Regione e rivendico il ruolo di commissario. Negarlo non è una mancanza nei miei riguardi, ma sarebbe un affronto che i molisani non meritano».
Per Toma Pontida è stata anche occasione per uno scambio di opinioni e di contatti «con il governatore Luca Zaia, il sottosegretario Pina Castiello, il ministro Gian Marco Centinaio e tanti altri esponenti di governo. Ho rilanciato l’idea già espressa a Napoli nel corso di un convegno: un appuntamento dei governatori del centrodestra in Molise per parlare di autonomia e sviluppo».

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