Servono 19 milioni per pagare le ditte di trasporto extraurbano fino a dicembre. La giunta Toma li ha ‘reperiti’ in parte (6 milioni) dal capitolo del trasporto su ferro, e in questo caso la variazione era già legge, e in parte (13 milioni) contando sulle entrate derivanti dai 55mila avvisi di accertamento inviati ai molisani che non hanno pagato il bollo auto nel 2015. Questa la variazione più consistente approvata ieri a maggioranza da Palazzo D’Aimmo.
Ed è stata la ‘variazione’ della discordia. Su cui, cioè, si è aperta una discussione che non ha risparmiato accuse.
Ad accendere la miccia, il presidente della I Commissione Andrea Di Lucente, che ha relazionato sul provvedimento. Lo ha definito «necessario e urgente per garantire la continuità del servizio ed evitare un impatto negativo sui cittadini. Chi vanta crediti nel confronti della Regione – ha aggiunto – non può aspettare anni prima di ottenere il saldo». L’esponente dei Popolari per l’Italia ha puntato il dito contro la giunta Frattura, addossandole la responsabilità della copertura parziale in bilancio che avrebbe portato a suo giudizio, senza l’intervento della nuova maggioranza, al collasso del sistema dei trasporti. Immediata la replica dell’ex assessore Vittorino Facciolla, oggi all’opposizione. Il bilancio, ha sottolineato più volte, lo approva il Consiglio e non la giunta. «Per le critiche rivolgiti di fronte a te», ha aggiunto il capogruppo dem riferendosi ai componenti dell’esecutivo Toma e della maggioranza che erano in maggioranza anche con Frattura.
Questo il fronte politicamente e polemicamente più caldo. I due consiglieri del Pd Facciolla e Fanelli si sono astenuti sul provvedimento. La ex sindaca di Riccia ha sostenuto che da Roma al Molise dovrebbero arrivare più soldi per il trasporto: «C’è bisogno di maggiori sicurezze per i lavoratori e gli utenti, di interventi più strutturali e certi, suggeriti già in fase di discussione del provvedimento in I Commissione. Il vero tema è quello di aprire un negoziato nazionale per rimodulare il trasferimento dei fondi destinati al trasporto pubblico locale, senza più tagli lineari, lavorando alla modifica degli indicatori di riparto sulla scorta delle nostre caratteristiche territoriali.
In caso contrario, non riusciremo a trovare una soluzione strutturale e duratura nel tempo, ma continueremo ad utilizzare palliativi, senza risolvere i problemi».
I 5 Stelle hanno invece votato contro. Tra le altre cose, Andrea Greco nel suo intervento ha rilevato che dei circa 5 miliardi del fondo nazionale, al Molise finisce lo 0,74% per finanziare ferro gomma e trasporto a fune. «Parliamo di 2.917.702 euro trasferiti ogni mese dallo Stato alla Regione Molise per un totale di oltre 35 milioni l’anno. Vuol dire che ogni anno in Molise arrivano dallo Stato 111 euro pro capite a fronte, ad esempio, degli 82 euro che arrivano in Veneto o ai 99 che arrivano in Abruzzo. Insomma, i soldi che ci arrivano non sono poi così pochi», la posizione dei pentastellati che puntano piuttosto a ridurre i costi del Tpl e ad avviare controlli sulle corse e sui biglietti emessi
Hanno anche presentato una mozione che impegna la giunta a «rivedere i contratti in essere perché è impensabile prevedere contratti con la Pubblica amministrazione senza giorno di scadenza; rescindere i contratti con le aziende inadempienti e affidarli a chi riesca a garantire il regolare pagamento ai dipendenti e servizi di qualità parametrati a quanto stiamo spendendo; prevedere una clausola contrattuale che assicuri dopo due mesi di mancata retribuzione la possibilità della regione di sostituirsi al soggetto gestore; eliminare dal contratto quelle che possono essere le corse effettuate a rischio d’impresa; prevedere un controllo sui biglietti emessi».
L’assessore Niro ha risposto ai rilievi emersi dal dibattito. Fra le altre cose ha sostenuto di aver avviato azioni di verifica e monitoraggio, ritenendo sotto questi aspetti la mozione dei 5 Stelle, e di aver avviato la battaglia con Roma per ottenere più fondi. Anzi, ai 5S ha chiesto di intervenire sul ministro Toninelli in tal senso.
Ha chiuso il dibattito prima del voto il governatore Donato Toma. Con gli avvisi di accertamento inviati ai molisani per i bolli 2015 non si stanno mettendo le mani nelle tasche dei cittadini, ha detto. «Il giusto va pagato. Amministriamo male se usiamo male i soldi che i contribuenti versano per i servizi», ha aggiunto. Spiegando poi che dai primi di gennaio si poteva ‘accertare’ la riscossione del bollo auto del 2015 e che lo ha fatto la sua amministrazione. Sulle «maggioranze variabili» non ha commentato: «Non sono cose che appartengono a me».

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