Quando a metà pomeriggio sul sito di Palazzo Chigi è stata pubblicata la convocazione del Consiglio dei ministri per le 20, sembrava che quello di ieri fosse il giorno giusto.
Invece, fonti autorevoli e introdotte nei palazzi ministeriali un’ora dopo già chiudevano la pratica: neanche la tredicesima seduta del governo Conte ha visto all’ordine del giorno la nomina del commissario della sanità molisana.
L’attesa è ormai lunghissima. Il pressing politico e istituzionale adeguato al tempo che sta trascorrendo inutilmente dal 22 aprile. Se la maggioranza di centrodestra ha ‘blindato’ il presidente Donato Toma con la mozione approvata martedì che chiede una decisione rapida e nel solco della prassi fin qui seguita per la quale commissario è il capo della Regione, il Movimento 5 Stelle pure ribadisce e rafforza la sua richiesta di un tecnico esterno. Il deputato Antonio Federico mette tutte le carte in tavola commentando un’intervista della ministra della Salute Grillo a Repubblica. Punta a un commissario «libero, capace, illuminato».
Contestualizzando in Molise la posizione della ministra e le sue proposte per risolvere il problema del sovraffollamento dei Pronto soccorso, Federico sostiene che in regione bisogna «riportare la rete dell’emergenza in carico completamente al pubblico, ripristinando i reparti chiusi per scelte politiche e non per obblighi particolari, ma anche rafforzando la rete del territorio e l’assistenza domiciliare per ridurre gli accessi impropri. Tutto questo – aggiunge Federico – si può fare ristabilendo un giusto rapporto tra pubblico e privato, iniziando dalla eliminazione di 20 milioni di euro di extrabudget per le strutture convenzionate e che potrebbero essere diversamente investiti nel settore pubblico. Il privato deve affiancare il pubblico, non sostituirlo. E una cosa del genere può essere fatta solo da un commissario che sia libero, capace, illuminato».
Tutte le posizione politiche ora sono allo scoperto. Negli ambienti pentastellati la sensazione di spuntarla e ottenere la nomina di un commissario esterno è forte e la nota di Federico ne è una spia importante. Il governatore Toma, per parte sua, si dice fiducioso di ricevere la nomina dalla Capitale. Prima della pausa di Ferragosto, il Cdm dovrebbe chiudere la partita. Almeno è ragionevole pensarlo.
Intanto, l’attenzione resta puntata in particolare sulla rete di emergenza-urgenza che in regione ha evidenziato nelle ultime settimane molte criticità, rileva Federico, «in qualche caso fatali». L’emergenza e la situazione dei Pronto soccorso sono al centro anche dell’inchiesta che Repubblica sta conducendo in questi giorni. «Uno dei grandi problemi del sovraffollamento – ha spiegato la ministra Grillo nell’intervista – è senza dubbio l’accesso improprio. Senza dimenticare la legge Balduzzi che nel 2012 ha ridotto il numero dei presidi sul territorio senza il potenziamento di strutture alternative e la loro integrazione con la medicina ospedaliera». E ancora: «Nel momento in cui si è deciso di tagliare il numero dei letti per abitante, si sarebbero dovute creare nuove strutture sul territorio: non solo per la presa in carico precedente all’ospedalizzazione, ma anche successiva per i lungodegenti, che adesso invece molti ospedali si tengono perché non sanno dove metterli. Col risultato che gli acuti restano in barella o in corsia». Queste alcune delle soluzioni dell’esponente M5S: ricognizione sui finanziamenti per l’edilizia sanitaria; interlocuzione con Inail per realizzare nuove strutture; possibilità di aumentare il personale con specialità in accettazione e urgenza ricorrendo anche ad altre figure mediche o professionali con sufficiente esperienza; verifica con il ministero dell’Economia per togliere il vincolo di spesa sulle nuove assunzioni; realizzare un flusso continuo di ingressi dei medici dall’università sul modello anglosassone.

Personale ed emergenza da riorganizzare. I sindacati: serve subito un tavolo di crisi

Lo chiedono all’unisono. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials e Fsi sollecitano la costituzione di un tavolo di crisi permanente interistituzionale per «meglio fronteggiare le varie emergenze» e trovare «soluzioni tempestive atte a superare le numerose problematicità, ed eliminare così inefficienze, sprechi, disservizi e le continue violazioni delle norme contrattuali».
Il 31 luglio c’è stato un altro incontro con la dirigenza dell’Asrem, ma i segretari Pastorino, Valvona, Boccardo, Vasile e De Guglielmo lo definiscono «inconcludente e sotto molti aspetti deludente».
Il personale in servizio sconta ancora grossi disagi, evidenziano i sindacati. i limiti imposta dal piano di rientro, il blocco del turn-over e i «continui tagli lineari hanno determinato inefficienze e carenze gestionali nelle strutture ospedaliere determinando gravi ripercussioni sulla qualità delle risposte ai bisogni di salute e di assistenza dei cittadini», riassumono denunciando la disorganizzazione che di fatto penalizza «i cittadini bisognosi di cure che il più delle volte sono costretti a rivolgersi presso strutture sanitarie di altre regioni, aumentando in questo modo la percentuale di mobilità passiva!». Richiamano perciò Asrem e Regione «alle rispettive responsabilità sia per la salvaguardia della tutela della salute dei cittadini sia per il rispetto e la garanzia dei diritti contrattualmente riconosciuti ai dipendenti».
Ospedali e strutture territoriali hanno bisogno di una «sostanziale riorganizzazione dei servizi, attraverso il potenziamento della dotazione organica e la definizione dei reali fabbisogni di personale e dei mezzi necessari a garantire i Lea, focalizzando l’attenzione non più sui costi e sui tagli ma sugli investimenti da effettuare a favore di servizi sanitari efficienti e di qualità da offrire ai cittadini».
Il tavolo permanente è stato richiesto anche per accelerare la «definizione di fabbisogno di personale, condividere un piano sanitario regionale che sia in grado di conciliare le richieste di salute dei cittadini con una offerta sanitaria ampia e di qualità e prevedendo una graduale riduzione dei ticket e la completa eliminazione dei super ticket al fine di ridurre le disuguaglianze che si determinano dall’eccessivo costo».
Particolare attenzione, concludono i sindacati, deve essere riservata all’adeguamento della rete ospedaliera e territoriale in particolare con la creazione di una «rete efficiente per la gestione dell’emergenza-urgenza per le patologie tempo dipendenti, dando vita ad un’unica rete in cui inserire l’intera offerta sanitaria regionale».

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