Adesso la partita si sposta sul campo della sanità.
È Antonio Federico, deputato dei 5 Stelle, a riaprire il dibattito. Lo fa dopo aver commentato su Facebook i dossier più importanti all’attenzione di governo nazionale e Parlamento. E quindi lo stato d’emergenza post sisma e la vertenza Gam, per la quale è emersa al tavolo al Mise la necessità di uno stanziamento integrativo nazionale di circa 2,5 milioni (per finanziare la cassa integrazione) senza dimenticare il riparto dei fondi alle tv locali (questione su cui Federico assicura che M5S e governo Conte hanno «la totale volontà di garantire pluralismo dell’informazione e tutela dei posti di lavoro» in sede di conversione del Milleproroghe).
Sulla sanità, però, dice Federico il braccio di ferro resta. «In merito al commissariamento le posizioni sono consolidate e secondo il ministro Grillo, con tutto il Movimento 5 Stelle, un presidente di Regione non può fare anche il commissario ad acta per la sanità. Su questo peraltro – aggiunge il deputato – stiamo anche ragionando su una norma che ne sancisca definitivamente l’incompatibilità. Nel frattempo però per sbloccare la situazione si è provato a coinvolgere il presidente Toma per l’individuazione della figura più adatta. Lui è il governatore e da un punto di vista istituzionale e di legittimazione popolare sicuramente non può essere escluso da questo momento. Purtroppo però registriamo freddezza e questo necessariamente allunga i tempi di risoluzione della questione. C’è un bene superiore a tutto questo, ovvero la tutela della salute dei cittadini molisani, che è un diritto costituzionalmente riconosciuto che passa necessariamente per una sanità pubblica e di qualità».
Un invito a Toma a ‘desistere’ e accettare di condividere il nome del commissario, un tecnico esterno? Di ritorno da Giovinazzo, dove ha preso parte al campus dei giovani di Forza Italia ‘Everest’, rassegna di richiamo del centrodestra, il presidente ribalta l’invito. Col ministro Grillo, racconta, c’è un buon dialogo «ma non quagliamo». La controproposta di Toma alla titolare del dicastero è di un sub commissario tecnico, lui però deve essere commissario. «Va bene il terzo nome che mi è stato proposto purché sia sub commissario. La mia mancata nomina sarebbe una punizione per il Molise. Chi la sta avallando dovrà poi assumersene la responsabilità», evidenzia. «Svolgerei il compito come un tecnico, con la sensibilità di chi però conosce ed è stato eletto dal territorio. Io mi aspetterei che i parlamentari 5 Stelle spingessero per la mia nomina e non che la osteggiassero. Il ministro sta cercando di convincere ma ho l’impressione che non la sua posizione sia insormontabile, piuttosto che invece sia spinta dal territorio. Allora sono io che faccio un appello a Federico: sostienimi come commissario e condividiamo il nome del sub commissario tecnico. Io rappresento il Molise, la sanità vale due terzi del bilancio della Regione, non c’è motivo per cui il commissario della sanità non debba essere io».
Più in ombra nella posizione ufficiale, ma il tema i 5 Stelle lo hanno posto a più riprese è quello del rapporto coi privati della sanità. Un tecnico garantirebbe meglio di un governatore eletto e che deve rispondere alla sua maggioranza, secondo i pentastellati, l’impostazione di una sanità che riduce lo spazio dei privati a favore del pubblico. «Credo sia un falso problema – risponde Toma – Sono convinti che non sarebbe il contrario? Non è che un tecnico che arriva da Roma, dal Ministero, abbia avuto o abbia invece più rapporti di me con i privati della sanità e quindi ipotetici condizionamenti? Parlo di rapporti legittimi e trasparenti, ovviamente, ma io non li ho invece. È comprovato. Quindi, penso che questa posizione sia più un posizionamento politico che guarda alle prossime elezioni comunali. Sono io che sfido loro allora: pensiamo insieme al bene dei molisani».
Intanto il tempo passa. Dal 22 aprile, data delle regionali, sono trascorsi ormai quasi cinque mesi. Quattro pieni da quando il neo presidente è stato proclamato, l’8 maggio. Ma la casella del commissario resta vuota. Per il riordino dei servizi partito da poco, una pessima notizia.
ritai

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