Berlusconi non molla e torna in campo per ridare verve a Forza Italia, motore di un centrodestra che ha appena rinnovato l’accordo per le prossime regionali. Sprofondato al 7% nelle intenzioni di voti degli italiani, l’ex premier è intenzionato a farlo riemergere dalle secche impegnandosi ancora in prima persona. Atteso per domani il suo intervento alla kermesse “L’Italia e l’Europa che vogliamo” che si è aperta ieri a Fiuggi. Promosso dal presidente del Parlamento europeo, l’appuntamento politico da sette anni segna la ripresa dell’attività autunnale. Una sorta di congresso degli azzurri partito nel segno della ritrovata unità con gli alleati.
«Un centrodestra unito – ha detto un Tajani febbricitante – può governare il Paese con una maggioranza ampia». Ma Forza Italia vuole contare ancora dando spazio soprattutto ai giovani. «Ora si aprirà la stagione dei congressi provinciali, proseguiremo con fermezza sulla strada tracciata dal presidente Berlusconi che è quella del rilancio del partito all’insegna delle risposte concrete ai cittadini» ha aggiunto Tajani. In prima linea al consueto appuntamento di Fiuggi l’eurodeputato Aldo Patriciello che ringrazia l’amico e promotore di un’iniziativa che va al di là di «una semplice manifestazione politica. Un’occasione importante per stare insieme – dice l’onorevole di Venafro e membro della Commissione Industria al Parlamento europeo -, fare il punto della situazione ed approfondire in maniera seria i principali temi dell’agenda politica italiana ed europea. La discussione ed il confronto rappresentano sempre un momento fondamentale nella vita di un partito». Uomo di punta degli azzurri, Patriciello conferma la sua appartenenza quasi a voler allontanare le voci su un fantomatico contatto con la Lega: «Dobbiamo tutti lavorare affinché Forza Italia torni ad essere il perno del centrodestra. È chiaro che non bisogna nascondere la polvere sotto il tappeto: i problemi ci sono e le sfide che ci attendono sono tante. Ma – conclude l’eurodeputato azzurro – non per questo bisogna rinunciare a far confluire le migliori energie nel partito, né tantomeno possiamo abdicare alla nostra identità liberale e riformatrice, che rappresenta il Dna del popolo dei moderati e del suo leader, Silvio Berlusconi».

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