Sarà stato l’identikit del commissario ideale tracciato nell’articolo 45 del Decreto emergenze, quello poi stralciato da Mattarella (il profilo di un manager con esperienza nel settore sanitario o al vertice di istituzioni di rango superiore). Sarà che, saltato il blitz sull’incompatibilità fra presidente della Regione e commissario, è ormai chiaro anche a Roma che il Molise non può più aspettare e quindi la decisione formale sul titolare della gestione del piano di rientro potrebbe essere questione di giorni. Ma nelle ultime ore la ridda di voci sui papabili successori di Frattura si è fatta di nuovo rumorosa.
E tra i nomi ce n’è uno che spicca più di tutti. Le indiscrezioni infatti mettono nel calderone (o nel tritacarne) quello del rettore dell’Unimol Gianmaria Palmieri. Il 10 ottobre sarà il vicepremier e capo politico dei 5 Stelle Di Maio a inaugurare l’anno accademico in via De Sanctis, la prolusione affidata al prof Fimmanò, vicino ai 5 Stelle e ha ottimi rapporti con Di Maio. Quando si è candidato al Senato, gran parte della sua campagna elettorale fu centrata sulla sanità pubblica. Il suo nome potrebbe essere stato sottoposto alla ministra Grillo? Dalla delegazione parlamentare pentastellata arriva subito lo stop. Ferma restando la stima per la professionalità del rettore, il deputato Antonio Federico è netto: «Affascinante come ipotesi, ma non sta nelle cose. Non può essere lui e non sarà lui. Del profilo del commissario abbiamo discusso spesso fra noi parlamentari, con la ministra Grillo e anche qualche volta non Di Maio. Questa non è un’ipotesi messa in campo. Quindi la voce è destituita di fondamento».
Preciso, sicuro: non sarà Palmieri, dice Federico. Non dice chi sarà. Ma tutto lascia pensare che la delegazione parlamentare molisana sappia più di quel che dichiara, che il nome o i nomi fra cui scegliere definitivamente siano noti.
A Isernia per l’inaugurazione della sede dei 5 Stelle, il senatore Luigi Di Marzio conferma che la scelta del commissario esterno, non il governatore, è il punto fermo dei 5 Stelle al governo. Un prefetto, un generale della Guardia di Finanza? Sono circolate anche queste intenzioni. Sarà così? Di Marzio pure resta abbottonatissimo, smentisce che la decisione sia stata già presa e non può anticipare nulla: «Non sono io quello farà le scelte, competono al ministro». Ma per avere i requisiti di «competenza, onestà, trasparenza e rigore», conclude, non c’è bisogno di essere per forza «questori o funzionari dei servizi segreti».
Naturalmente non c’è solo il nome di Palmieri nelle indiscrezioni sul nome del commissario. Resta anzi in auge il direttore generale dell’Agenas Francesco Bevere (più di qualcuno pensa che alla fine possa essere lui l’uomo di garanzia anche per il presidente della Regione che la Grillo vuole coinvolgere nella condivisione della scelta) e spunta quello di Giovanni Di Pilla: manager altomolisano della sanità, ex consigliere regionale del Pds che in una Asl del Lazio ha lavorato bene.
Intanto, anche l’Ordine dei medici della Provincia di Campobasso ha scritto alla ministra per sollecitare la nomina del commissario.
E all’Ansa l’ex presidente Frattura ha commentato che non è necessario sancire con decreto l’incompatibilità fra la carica di presidente e quella di commissario perché i due ruoli restano comunque distinti.
r.i.

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