Quasi sette milioni a disposizione per l’area del Matese. La giunta regionale ha approvato lo schema di accordo quadro che comprende gli interventi, le relazioni tecniche, il piano finanziario per annualità, gli interventi cantierabili e coinvolge un largo partenariato costituto da Regione, 14 Comuni della zona matesina (Spinete capofila), Agenzia per la Coesione territoriale, Ministeri dell’Istruzione, delle Infrastrutture, del Lavoro, delle Politiche agricole e della Salute.
Sempre sul fronte dello sviluppo, ieri il governatore Toma ha incontrato i sindaci dei Comuni che fanno parte dei Nuclei industriali per la perimetrazione della Zes. Ultimo step prima della redazione del piano strategico, quello di ieri, che ha chiuso la fase di consultazione: la Zona economica speciale nei suoi 516 ettari comprenderà il porto di Termoli, il retroporto, i Comuni del Nucleo e le piane di Larino estendendosi in percentuali ridotte al Nucleo di Bojano e a quello di Pozzilli. In quelle aree sarà conveniente avviare un’impresa o rafforzarne una esistente: lo strumento in linea generale è il credito di imposta e può riguardare progetti fino a 50 milioni.
Per l’area di crisi complessa, Toma ha rimodulato i 15 milioni destinati al credito di imposta perché già previsto da norme nazionali e li ha programmati per aiuti alle imprese (come sgravi contributivi o sgravi Imu). I pacchetti per lo sviluppo, quindi, sono integrabili fra loro.
Sul Matese la Regione punta con l’obiettivo di valorizzare «la natura, la ruralità, i suoi borghi. Dobbiamo ripartire da qui, rileggere il territorio, trovare la sintesi tra vocazioni originarie e nuove strategie di sviluppo», spiega il presidente.
«Parliamo di un progetto pilota che ha il suo punto di forza nel coinvolgimento delle comunità locali e nella convinzione che uniti si può invertire la tendenza della rarefazione del tessuto produttivo, dell’isolamento e dello spopolamento».
Diversi gli ambiti di intervento: accessibilità e mobilità turistica, accompagnamento alla creazione di impresa, uso del patrimonio agro-forestale, gestione e fruizione del patrimonio culturale e archeologico, sanità di prossimità e nuove figure professionali per l’assistenza territoriale, educazione al territorio, servizi ICT ed efficientamento energetico, animazione territoriale per l’attuazione della strategia d’area. La dotazione finanziaria è pari a 6.788.000 euro (Por 2014-2020 e legge di Stabilità).
«Rilevante importanza – fa notare Toma – assumono la valorizzazione dei beni archeologici, con un focus particolare su Altilia, e la tutela dell’ambiente in tutti i suoi aspetti naturalistici e socio-economici, in relazione alla costituzione del Parco nazionale del Matese, ma anche a realtà già consolidate sul territorio. Mi riferisco all’Oasi Wwf di Guardiaregia-Campochiaro, a Campitello Matese e a Roccamandolfi, un comprensorio dove si punta a coniugare la pratica sciistica con quella del turismo sportivo e naturalistico, ai cammini turistico-religiosi, come quello di Castelpetroso-Cercemaggiore inaugurato nel 2016, e ad altre eccellenze che esistono già. La nostra visione è quella di far ritrovare la consapevolezza alle popolazioni di quel territorio che ci sono tutti i presupposti per una ripresa economica puntando su un modello sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale».

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