Entro i primi giorni di novembre bisogna presentare le candidature. Non sono arrivate deroghe o decisioni diverse da quella stabilita dall’assemblea regionale: in caso di più competitor, dunque, il 16 dicembre si terranno le primarie per la scelta del successore di Micaela Fanelli alla guida del Pd regionale.
Incontri e trattative fervono. In campo di sicuro c’è la proposta del capogruppo in Consiglio regionale Vittorino Facciolla. Il fronte che non intende appoggiarlo è diviso fra chi punta a trovare un nome unitario, che convinca dunque pure Facciolla al passo indietro e chi invece, consapevole che è un’impresa quasi impossibile mettere tutti d’accordo in un partito che non ha ancora fatto i conti con la doppia sconfitta (alle politiche e alle regionali) e che proprio per questo è ancora più incattivito, ragiona su un’alternativa.
Domani si riunisce di nuovo il coordinamento, organismo di transizione, e qualcuno riproporrà il tentativo di riazzerare il timer e provare a cercare l’uomo o la donna che stia bene a tutti o quasi. È riflessione comune che c’è un solo nome che metterebbe in difficoltà Facciolla ed è quello di Carlo Veneziale: ex assessore e candidato presidente del centrosinistra il 22 aprile, al momento libero da incarichi istituzionali. A Facciolla, invece, i suoi oppositori rimproverano proprio il doppio ruolo che – da capogruppo in Regione e segretario – gli darebbe un potere immenso: dominus del Pd e delle candidature, a cominciare dalle amministrative di primavera che vedranno tornare alle urne le uniche due città rimaste al centrosinistra, Campobasso e Termoli.
Ma i rumors delle ultime ore, che naturalmente potrebbero essere smentiti nel giro di pochi giorni perché la politica è mutevole e nel Pd ancora di più, raccontano che Veneziale non sarebbe interessato o non troppo appassionato dall’idea di raccogliere attorno a sé proprio tutti: impresa assai difficile e ad alto tasso di compromessi.
Nonostante un incontro al vertice, invece, l’ex senatore Ruta si starebbe muovendo per trovare un candidato alternativo a Facciolla. Qualche settimana fa, si racconta, Ruta e Facciolla sono stati a pranzo insieme e non erano da soli. Il disgelo ha avuto come coprotagonisti l’ex governatore Paolo Frattura e Pierpaolo Nagni, che, pur con l’esperienza civica nell’ultima (e disastrosa dal punto di vista elettorale) creatura di Alfano, non abbandona la casa del centrosinistra. A quel tavolo il capogruppo dem avrebbe parlato chiaro. Probabilmente, la proposta di accordo passava per la candidatura dello stesso Ruta o di un suo fedelissimo al Comune di Campobasso (può starci anche la ricandidatura di Battista). Ma poi non si è concretizzato (ancora) nulla. I rutiani, quando hanno saputo le indiscrezioni, non sono rimasti a guardare e si sono fatti sentire dall’ex senatore. Che adesso starebbe lavorando, anche insieme alla ex deputata Laura Venittelli (lei sì acerrima avversaria di Facciolla) su un candidato alternativo. Circolano i nomi di Stefano Buono, capogruppo di maggioranza a Venafro, di Pino Libertucci e Giose Trivisonno, consiglieri comunali a Campobasso, dell’isernino Ovidio Bontempo e della vice sindaca di Campobasso Bibiana Chierchia. Uno di loro candidato segretario e gli altri in corsa per il vertice delle federazioni di Campobasso e Isernia.
Ma la griglia, fatta circolare negli ambienti in questi giorni, non ha riscosso grosso successo fra chi stava alla finestra a guardare, finendo per agevolare – almeno sulla carta – la strada di Facciolla. Alle primarie la lotta sarebbe troppo impari, dicono alcuni. Ad altri non piace l’idea di combattere per il rinnovamento e trovarsi poi coi soliti compagni di avventura. A raccontarla con malizia, se non ci sarà accordo fra Ruta e Facciolla, sarà una desistenza di fatto.
ritai

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