Conservatori e sovranisti insieme: per contrastare l’ascesa di Salvini e dare un’alternativa a chi non la pensa e non agisce come il ministro dell’Interno.
Per ora è una federazione, dopo le europee diventerà un partito. Il banco di prova per il movimento cui stanno dando vita Fratelli d’Italia di Meloni e Noi con l’Italia di Fitto sarà proprio il voto per Strasburgo. Dove il 6 novembre è stata sancita l’alleanza fra i gruppi parlamentari. Così la soglia di sbarramento del 4% è assolutamente superabile, anzi secondo un sondaggio pubblicato da Affaritaliani nei giorni scorsi il movimento è quotato fra l’8 e il 14%. «In Molise – dice l’ex governatore Michele Iorio che si sta dedicando al radicamento di questo nuovo soggetto politico – c’è spazio». Resta sullo sfondo la sua richiesta di un posto nell’esecutivo, che diventa più forte ed efficace se l’esercito si ingrossa. Ora però prevale l’iniziativa più prettamente politica.
Si rimescolano le carte nel centrodestra, presidente?
«Il centrodestra è cambiato, non può essere riproposta la fotografia di qualche anno fa, c’è bisogno di un partito che poggi su principi solidi ma in un quadro diverso. Mettere la tradizione della destra sociale insieme a quella cattolica-liberale può offrire un riferimento ai cittadini che oggi invece si rifugiano dietro il non voto o la rinuncia a qualsiasi tipo di battaglia. In Molise c’è spazio per questo tipo di proposta. E ritengo che la prospettiva che vede insieme conservatori e popolari rappresenterà la maggioranza al Parlamento europeo».
L’eurodeputato molisano Patriciello si ricandida. Torna l’eterna sfida?
«Guardi, c’è uno spazio ampio nel centrodestra, ognuno giocherà la sua partita. Senza personalizzazioni che io non ho mai amato. Ho già sostenuto Raffaele Fitto per le europee, stavolta lo faccio in un soggetto diverso».
Si candiderà per il Parlamento di Stasburgo?
«Lo escludo nella maniera più assoluta. Magari ci sarà qualche candidato molisano, ma non io».
Spostiamoci in Consiglio regionale. Che ruolo intende giocare questo nuovo partito?
«Se la prospettiva di centrodestra ha bisogno di cambiamento, questo è più evidente nel centrodestra molisano che presenta aspetti, per così dire, discutibili sia di confusione sia di partecipazione. Una forza che sia il più consistente possibile può giocare un ruolo migliore anche rispetto all’attuazione delle linee programmatiche. Il quadro oggi non mi pare la cosa più coerente che ci sia anche per la storia dei suoi componenti. C’è bisogno di un soggetto autenticamente di centrodestra e tenga la barra dritta. È importante essere coerenti con il programma che non può cambiare da un momento all’altro».
A Palazzo D’Aimmo lei e Pallante, eletto con FdI, portate già avanti un’azione comune.
«Stiamo sperimentando questa prima fase. Io amplio il ragionamento alla posizione di Scarabeo che mi sembra in linea con questa prospettiva, una cosa in fieri che spero si concretizzerà a breve. Dopo le europee comunque si terrà il congresso e si svolgeranno le primarie per la leadership».
Ha parlato di un centrodestra non coerente anche per la storia dei suoi componenti. Non si riferiva a Toma?
«No, Toma è escluso naturalmente. Ha lavorato con il centrodestra e il centrosinistra ma da tecnico e ha dimostrato capacità. Anche per questo lo abbiamo indicato come presidente».
Il nuovo partito di sovranisti e conservatori aiuta l’azione del governatore, secondo lei?
«Per quel che sta accadendo, io credo che sia indispensabile oltre che utile. C’è una conflittualità abbastanza evidente, anche se non si manifesta pubblicamente, sarà che finora in Consiglio abbiamo affrontato solo mozioni e ordini del giorno. Sui problemi seri penso che saranno più evidenti le posizioni, mi riferisco alle scelte programmatiche che ancora dobbiamo compiere: infrastrutture, sanità. Sono passati sei mesi e penso che siamo già in ritardo. C’è poi un’iniziativa su cui ho espresso riserve anche al presidente Toma. Mi riferisco agli Stati generali del turismo: non trovo riferimenti al Consiglio regionale. Parliamo della riforma di un settore strategico e non può essere affidata a Sviluppo Italia Molise, una società che non ha competenze in materia. È il Consiglio regionale a dover prendere decisioni di programmazione e in sei mesi si poteva preparare una legge in modo da avere le idee chiare su chi debba fare cosa. È giusto organizzare gli Stati generali, ascoltare gli attori e i protagonisti. Ma chi dovrà poi gestire questa attività dovrà farlo sulla base di una riforma strategica, che non è stata approvata nella passata legislatura e mi auguro che si faccia ora».
ritai

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.