Ai 5 Stelle non piace passare per quelli che stanno militarizzando la sanità. Ma svelano, intanto, un altro elemento che finora era stato derubricato a retroscena: commissario e sub commissario saranno indicati uno dai 5 Stelle e l’altro dalla Lega. Chi indica chi? Questo i pentastellati non lo dicono, ma i rumors di queste settimane accreditavano l’ipotesi che il Molise toccasse ai 5s: quindi il commissario sarà un nome voluto da loro e il sub sarà scelto dal Carroccio.
Nelle Regioni ‘canaglia’, come le chiamava l’ex ministro Tremonti, difficilmente prima d’ora si inviavano i vertici delle forze dell’ordine a sistemare i conti e i servizi. È accaduto in Calabria, un’eccezione. Invece, il Movimento che da opposizione è diventato forza di governo, sembra puntare proprio su figure apicali di Carabinieri e Guardia di Finanza nella scelta di responsabili dei piani di rientro. Ma, appunto, respinge l’idea della militarizzazione. E lo fa rispondendo al governatore Toma che ha descritto la situazione cui si è trovato di fronte mercoledì, quando è stato convocato d’urgenza, ha aspettato due ore e ha visto nomi e curricula, ma poi la nomina è stata rinviata.
«La struttura commissariale, la cui nomina è imminente, sarà formata da figure indipendenti e di alto profilo tecnico come da sempre sostenuto dal Movimento 5 Stelle, a conferma che quando si dice una cosa, poi la si fa. La stessa struttura commissariale – spiegano i portavoce parlamentari, regionali e locali in una dichiarazione congiunta – terrà conto di un necessario alternarsi di pesi e contrappesi: la figura del commissario e quella del sub commissario, infatti, saranno indicate da ciascun contraente del contratto di governo come è normale che sia, il che rende ancor più incomprensibile, oltre che fuori luogo, la battaglia esclusivamente personale del presidente Toma per ottenere l’incarico di commissario ad acta per la sanità».
Competenze sanitarie e nel contrasto alla corruzione: questi i profili che saranno individuati in base alle rassicurazioni avute dalla ministra Grillo. «La struttura commissariale, inoltre, garantirà il rispetto della legalità oltre che il diritto dei molisani ad avere una sanità pubblica e di qualità: un principio sacrosanto di rottura con il passato sul quale non possiamo transigere. È chiaro che l’impegno del Movimento 5 Stelle non si esaurisce nel momento della nomina, anzi. Non appena la struttura commissariale si insedierà, M5S intraprenderà una interlocuzione costante con commissario e sub commissario e, soprattutto, vigilerà sul loro operato in piena sinergia con il ministero della Salute. In questo senso è prevista una valutazione semestrale dell’azione commissariale. Ciò vuol dire che già nei primi sei mesi ci aspettiamo risultati tangibili e, ciò che più conta, rispettosi dei diritti di tutti i molisani», concludono i portavoce.
I tempi e i nomi: due questioni che anche all’interno della galassia pentastellata non scorrono proprio lisce come l’olio, al di là delle posizioni ufficiali. Sembra certo che serva qualche altro giorno: una settimana, dieci giorni. Forse al prossimo Consiglio dei ministri, al massimo in quello ancora successivo, si nominerà la nuova struttura commissariale molisana.
I nomi: Grillo avrebbe dato la garanzia che quelli circolati – che non piacevano a tutti i 5 Stelle – non saranno quelli designati. Ha corretto la rotta? Questo lo dimostrerà solo la delibera di nomina. Che dimostrerà pure se i dubbi di qualcuno sul ruolo del capo di gabinetto Carpani nella scelta erano fondati. Chi è il braccio destro di Grillo? Era il capo di gabinetto di Balduzzi, il ministro che con il suo decreto ha deciso che il Molise non può avere la neurochirurgia e la cardiochirurgia negli ospedali pubblici, ad esempio. Carpani inoltre è componente del Cda del Toniolo, ente fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Per spiegare dubbi e (retro)pensieri che assillano qualche grillino non serve aggiungere altro.
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Toma: come se per operare servisse un chirurgo di destra e uno di sinistra…

Un generale dei Carabinieri là, uno della Finanza qua. «Non ho alcun problema a definirla militarizzazione!».
Donato Toma conferma la sua posizione – il presidente della Regione commissario della sanità e al suo fianco un sub commissario che sia un tecnico super specializzato – e alla nota dei grillini risponde anche con un po’ di ironia.
I 5s dicono: pesi e contrappesi, un nome lo scegliamo noi e l’altro la Lega. Quindi la Lega, altra prova, a Roma decide di silurare un presidente di cui in Molise è alleata? «Guardi, io mi sento garantito dalla Lega e dai 5 Stelle. Finora peraltro non ho sentito nessun comitato della sanità esprimersi, evidentemente si sentono garantiti anche loro. Ma il punto non è questo. Io tengo ferma la mia idea. Non ho espresso preferenze per un nome o un altro, li ho visti, sono tutti di persone per bene. Non credo però che la politica debba avere a che fare con la sanità». Lo dicono pure i 5 Stelle. «Lo so – risponde il governatore – Epperò che significa pesi e contrappesi? Non è politica questa? Quindi in una sala operatoria deve entrare un medico di destra e uno di sinistra? E come fa la politica a scegliere un generale o un altro in base al sistema dei contrappesi? Esiste un generale della Lega e uno dei 5 Stelle? Quando io dico che il presidente della Regione deve essere il commissario mi riferisco all’istituzione, non a Toma eletto a capo del centrodestra o De Luca di centrosinistra».
Conferma anche la contrarietà all’incompatibilità fra le due cariche che sta per diventare legge. «Ma chi la sta realizzando si prenda la responsabilità di fare nomi e nomina. Io non ho nomi da fare o condividere. Mi accusano di avere lobby alle spalle, il capogruppo dei 5 Stelle dice che sono la succursale di Venafro. Se lo fossi quindi potrei incidere sulla scelta, loro mi chiedono di condividere, e decidere. Io non sono neanche la succursale di casa mia. Facciano la nomina -conclude Toma – Noi poi difenderemo il diritto dei molisani ad avere un presidente che sia commissario». Oggi ad Agnone illustra le novità della riorganizzazione per il Caracciolo. «Il nostro dovere in sanità, commissario o meno, lo facciamo».

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