La revoca delle deleghe? «La maggioranza è in balia di una lotta fratricida», spiegano i 5 Stelle. «E d’altro canto non poteva che essere così visto che la coalizione è talmente allargata da essersi presentata con nove, dieci liste e da contenere anche esponenti della passata maggioranza», aggiungono. Dunque, per i pentastellati, la giunta ha fallito.
Parlano di guerra per le poltrone in corso fra Palazzo Vitale e Palazzo D’Aimmo, mentre «i molisani non vedono risolta una serie di questioni», attacca in particolare il capogruppo Andrea Greco.
Martedì prossimo torna a riunirsi il Consiglio regionale. «Ci aspettavamo la seduta fosse oggi, vacanze troppo lunghe per chi dovrebbe occuparsi di temi politici importanti», rincara la dose Patrizia Manzo, vicepresidente di minoranza dell’Assemblea. Il regionalismo differenziato, per esempio, e le vertenze irrisolte, «i sindacati non hanno interlocutori, mentre sono in corso giochi di forza per dimostrare chi sono io e quanto conto invece di fare del bene al nostro territorio».
Se uno dei motivi che hanno portato il presidente della Regione a riprendere in mano le deleghe – e a mettere in chiaro nuove regole di ingaggio per i componenti del suo esecutivo – sta nel fatto che nessuno lo ha difeso dagli attacchi social per la frase “prendo poco per quello che faccio e quello che ho perso”, allora Greco qualche merito da oppositore lo può rivendicare. La sua campagna su Facebook e Instagram sulla colletta ha lasciato il segno. «Dal 31 dicembre in poi il governatore ha commesso una serie di errori imperdonabili», dice aprendo la prima conferenza stampa 2019 dei 5s.
La frase sull’indennità, elenca, e poi la promozione il 31 dicembre degli assessori e la revoca delle deleghe cinque giorni dopo. La conferma dei commissari delle Comunità montane, quattro, le spese per la segreteria del sottosegretario «che dimostrano che non è una figura a costo zero come era stato detto». Dito puntato ancora sull’affidamento a Sviluppo Italia Molise del piano strategico per il turismo: 1,3 milioni, evidenzia Angelo Primiani, a fronte di 150mila impegnati in Piemonte, dei 66mila in Abruzzo e dei 75mila nel Lazio per la redazione del piano. «È paradossale. E in questi otto mesi non è stato creato nemmeno un posto di lavoro. Siamo noi ad aver avanzato proposte occupazionali per il settore, come quella sulle guide turistiche». Vittorio Nola chiosa sul punto: «Ci diranno fra tre anni qual è la loro idea di turismo, quando forse non saremo più neanche Regione autonoma…». Il manager di Venafro indica in tre punti, le emergenze a suo dire simboliche della fase di stand-by: il Consorzio di Bonifica di Termoli ha chiuso con un debito di 15 milioni e questo mette a rischio la fusione con Larino, ma quindi l’irrigazione nella prossima campagna chi la farà?; nella piana di Venafro c’è il rebus su come intende muoversi la giunta, spiega, per contrastare l’inquinamento; a Campobasso il permanere di un servizio ferroviario che porta i molisani a Roma, dal capoluogo, in quattro ore e ancora sul binario 20 bis a Termini.
Altra questione irrisolta, mette sul tavolo Valerio Fontana, il completamento dell’acquedotto Molisano centrale, promesso per novembre, «ma a casa mia tutt’ora l’acqua del Matese non arriva». Insieme a Fabio De Chirico riflette su quella che definiscono l’ennesima prova di forza e conseguenza della «voglia di protagonismo del presidente» che, per De Chirico, «non essendo commissario della sanità forse vuole riprendersi qualche incarico e riappropriarsi di qualche competenza». Il consigliere campobassano ricorda che fra le questioni inevase c’è quella vissuta dai 540 sfollati del terremoto del 16 agosto «che ancora aspettano il contributo per l’autonoma sistemazione». Fontana non dimentica i consiglieri surrogati. Lo prevede la legge: chi entra in giunta lascia il posto al primo dei non eletti in Consiglio. «Paghiamo assessori e consiglieri in più. Una giunta – sintetizza col lessico delle politiche di bilancio sanitarie – che è un extra budget».
Accuse, ma anche un appello. Stavolta ai molisani: «Il centrodestra proporrà questo modello anche alle amministrative di Campobasso e Termoli. I cittadini ci pensino bene prima di dare vita ad altre repliche».

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