La road map è tracciata, il destino dei vitalizi degli ex consiglieri regionali quindi sembra segnato.
Entro il 30 aprile sarà approvato il ricalcolo contributivo degli assegni che la Regione eroga ogni mese agli ex inquilini di Palazzo D’Aimmo. Lo prevede la legge di Bilancio del governo Conte: alle Regioni si applica la stessa soluzione attuata dai due rami del Parlamento rimodulando gli importi che erano calcolati col sistema retributivo. I presidenti delle Assemblee legislative hanno riunito ieri a Roma l’ufficio di presidenza della Conferenza che li riunisce e ha fissato il cronoprogramma che porterà gli enti ad adeguarsi al dettato della manovra.
Ai lavori, il presidente dell’Assise di via IV Novembre Salvatore Micone. Insieme ai colleghi, riferisce Micone, si è fissato come «impegno urgente e improrogabile quello relativo alle disposizioni contenute nella legge di Bilancio sui costi della politica». La norma detta contenuti e tempi, in base a questi i presidenti hanno deciso che a fine gennaio ci sarà un vertice ricognitivo dei segretari generali dei Consigli: i sistemi relativi ai vitalizi sono diversi fra loro probabilmente da Regione a Regione. Il monitoraggio dello status quo sarà la base per la successiva riunione dei presidenti che, entro i primi dieci giorni di febbraio, «definiranno una linea comune rispetto al testo che poi sarà proposto alle singole Assemblee. L’intenzione – spiega ancora Micone – è di mettere in campo una rimodulazione uguale per tutti».
Entro il 31 marzo, dovrà essere raggiunta l’intesa nella Conferenza Stato-Regioni, i governi locali avranno un altro mese per disciplinare il ricalcolo dei vitalizi in base al sistema contributivo approvandolo con legge regionale.
Aboliti nel 2012, i vitalizi maturati fino a quel momento da chi è stato eletto a Palazzo D’Aimmo (anche politici ancora molto giovani che fra molti anni quindi ne chiederanno l’erogazione) continuano però a pesare sulle casse regionali.
Al Molise attualmente gli oltre 80 assegni degli ex consiglieri (e le pensioni di reversibilità delle vedove) costano più di 4 milioni all’anno. Non c’è ancora una stima del risparmio che si otterrà ricalcolando le singole cifre. Per quanto riguarda il Parlamento, le decurtazioni in alcuni casi sono state anche del 40%. Naturalmente la partita non è chiusa perché circa 700 ex deputati e senatori hanno impugnato le decisioni degli uffici di presidenza che hanno sancito il taglio a partire dal 1 gennaio 2019.
Oltre al ricalcolo contributivo, è quasi certo che sarà eliminato il cumulo fra vitalizi regionali e vitalizi parlamentari. Una misura che, ad esempio, l’Abruzzo ha approvato poco prima della fine del 2018 (che per l’Assise aquilana è anche fine del mandato) e che gli altri presidenti hanno intenzione di far approvare.
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