Lo aveva messo nero su bianco a maggio, nel decreto con cui ha attribuito le deleghe agli assessori: fra sei mesi il tagliando. Lo ricorda e lo sottolinea il presidente della Regione Donato Toma. Per dire: nulla di sconvolgente in quel che è accaduto in questi dieci giorni. «L’ho dichiarato prima di giocare la mano politica», precisa. Il 2019, conferma, sarà «l’anno della svolta».
Il 5 gennaio la revoca delle attribuzioni agli assessori, ieri la riattribuzione e la comunicazione in Consiglio dei nuovi assetti. E conferma che fra sei mesi ci sarà un nuovo tagliando per verificare l’efficacia dell’azione di governo e se necessario cambiare ancora.
Gli avversari lo accusano di aver portato avanti un’operazione inutile o col solo obiettivo di riaffermare che comanda lui. Toma replica: sono un manager, sono abituato a lavorare monitorando e correggendo quel che eventualmente non funziona.
Nessuna sorpresa rispetto a quanto Primo Piano ha raccontato fin qui. La delega più ‘pesante’ che il governatore ha ripreso nelle sue mani è la Protezione civile (era in precedenza di Cavaliere). Commissario del sisma di agosto, Toma ha ritenuto più efficace unire le due competenze. Per il resto, l’altro componente azzurro della giunta Roberto Di Baggio non perde deleghe e ‘guadagna’ Università, ricerca e innovazione, stornata dal pacchetto di Vincenzo Cotugno. Il vicepresidente della Regione, esponente di Orgoglio Molise, a sua volta aggiunge al suo carnet la Semplificazione, che era attribuita a Niro. L’assessore ai Lavori pubblici e Trasporti (Popolari per l’Italia) era in effetti il più ‘carico’: nella revisione è stato alleggerito anche del Personale (che adesso è di Toma) ma ha guadagnato il Demanio. Infine, Luigi Mazzuto (Lega) cede gli Enti locali.
Secondo il capo dell’esecutivo, in questo modo le deleghe di prima fascia potranno essere curate meglio dai titolari. La riassegnazione delle attribuzioni assessorili l’ha completata ieri mattina con un decreto già pubblicato sul sito di Palazzo Vitale.
Al sottosegretario Quintino Pallante (Fratelli d’Italia), invece, con una comunicazione ha affidato funzioni più precise rispetto a quelle più ampie e generali indicate nell’articolo 35 bis dello Statuto che ha istituito la figura: curerà i rapporti fra presidente, giunta e Consiglio con informative a cadenza periodica, risponderà alle interpellanze che il governatore gli affida, dirà la sua sugli aspetti politici delle proposte di riforma. «Continuerò a svolgere questo ruolo con funzioni più delineate, ma questo non è un fatto individuale. Riguarda il ruolo, la nostra comunità, la possibilità che la nostra Regione funzioni meglio. Sono soddisfatto dal punto di vista individuale ma spero di poter svolgere questa funzione nell’esclusivo interesse dei molisani», il commento di Pallante. E se si svolge un ruolo non se ne può svolgere un altro, il doppio ruolo (è presidente della IV commissione che lascerà) non è mai stato, ribadisce, nella sua agenda politica.

Le nuove attribuzioni

Donato Toma (presidente)
Programmazione e politiche comunitarie, Cooperazione internazionale; Agenzie e Partecipate, Bilancio, Finanze e Patrimonio; Comunicazione; Ricostruzione post sisma; Protezione civile; Sanità; Riforme istituzionali, Rapporti con gli enti locali; Politiche delle risorse umane
Vincenzo Cotugno (vicepresidente)
Attività produttive e sviluppo economico; Semplificazione dei processi burocratici; Internazionalizzazione delle imprese; Accesso al credito; Turismo e marketing territoriale, Cultura, Molisani nel mondo
Nicola Cavaliere
Politiche agricole ed agroalimentari; Sviluppo rurale; Programmazione forestale; Caccia e pesca; Pesca produttiva, Tutela dell’ambiente; Difesa del suolo; Politiche energetiche
Roberto Di Baggio
Urbanistica e Pianificazione territoriale; Politiche della casa; Rapporti con l’Eres e gli Iacp; Istruzione e formazione professionale; Università ricerca ed innovazione
Luigi Mazzuto
Politiche della famiglia, giovanili e di parità; Politiche del lavoro; Politiche sociali, Terzo settore; Politiche per l’immigrazione; Tutela dei consumatori
Vincenzo Niro
Lavori pubblici; Viabilità e Infrastrutture, Sistema idrico integrato; Sport e impiantistica sportiva; Trasporti e mobilità; Demanio regionale.

I compiti di Pallante

• cura dei rapporti fra presidente, giunta e Consiglio (informativa periodica all’Assise)
• esame degli aspetti politici dei disegni di legge presentati
• risposte a interrogazioni affidategli dal presidente
• proposte al presidente sulle riforme istituzionali
• cura dei rapporti con Svimez
• partecipazione a tavoli tematici convocati dal presidente

Greco: «Da lei uno schiaffo ai poveri». E il presidente abbandona i lavori

Mentre il governatore mette sotto accusa il «giacobinismo mediatico» citando i novelli Marat e Robespierre, Andrea Greco si gira verso i colleghi portavoce. Si sorridono, sguardi d’intesa: sì, sta parlando di noi…
Prende la parola qualche minuto dopo. E attacca con la «totale indignazione per le dichiarazioni di fine anno, quando ha detto che ha perso tanto a fare il presidente della Regione». Toma reagisce subito: «Mi oppongo a queste dichiarazioni perché sono personali…». Greco insiste: cosa significa che si oppone? E il governatore lascia i lavori. Spiegherà poi che non condivide un modo di fare politica che a suo modo di vedere è solo la continua ricerca di una platea.
Il capogruppo dei 5s in Aula incalza: la dichiarazione sull’indennità, dice, è stata uno «schiaffo in faccia ai disoccupati, a chi rinuncia a curarsi o a far studiare i figli». Dal pubblico, dove sono seduti fra gli altri gli ex operai dello Zuccherificio e gli ex operatori della Formazione professionali, qualcuno rumoreggia e altri applaudono apertamente l’intervento del giovane consigliere di Agnone. «Chi gliel’ha fatto fare», prosegue rivolto a Toma che è già fuori dall’emiciclo, di candidarsi? Gli applausi aumentano di volume, Micone chiede di fare silenzio o sospenderà la seduta. Altri commenti dal pubblico gli indicano che è il momento di un tie break.
Dopo una mezz’ora di pausa, in cui Toma incontra anche gli ex Zuccherificio, si riprende. Sempre da Greco. Che boccia in toto il governo Toma: «Un totale fallimento e l’occupazione di quest’Aula con temi inutili, come la legge sui vaccini poi impugnata». Per i 5 Stelle il presidente è stretto «nella morsa di chi gli ha fatto vincere le elezioni e ora gli chiede poltrone e incarichi». Ed è nervoso: «Io sono rimasto in silenzio ad ascoltare dieci minuti di insulti, lui si è alzato e se ne è andato…».
Prova ad aprire un varco nella maggioranza e fra il capo dell’esecutivo e la giunta, il capogruppo del Pd Vittorino Facciolla. Parte dalle volte in cui «Toma è dovuto intervenire a totale surroga della sua giunta». Perciò l’esponente dem dice di aver gioito alla revoca delle deleghe: «Speravo mettesse fine a questo. Invece, «l’azzeramento ha solo consentito di alleggerire gli assessori di alcune deleghe marginali». Restano «settori fermi, il che non fa bene al presidente né di certo ai molisani». Cita la proroga decisa sul piano sociale, sostiene che però gli esempi sarebbero più numerosi. Neanche la questione della quota rosa mancante è stata risolta.
In definitiva, per Facciolla, «una verifica politica inutile perché avrebbe potuto farla diversamente, è servita solo a dare soddisfazione al suo ego». Dal punto di vista della macchina amministrativa non cambierà nulla, anzi ironizza: «La Ferrari di cui ha parlato? È ancora in garage e ha solo un litro di benzina. Al massimo da via Genova il presidente Toma arriva a via Sant’Antonio Abate, nel tradizionale quartiere dei rom».

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