Dal 31 gennaio a ieri, il commissario della sanità Angelo Giustini ha firmato insieme alla sub Ida Grossi 13 decreti. Ma di lui ancora si ricordano e si commentano un paio di cose. Innanzitutto, la richiesta al governatore Toma di avere la disponibilità di un’auto di servizio (individuata poi dalla Regione in una Panda a metano) e di uno staff (addetto stampa e consulente di fiducia) e in questo caso il presidente ha risposto no (perché non è previsto per una struttura tecnica quale è quella commissariale, ha spiegato). Senza dimenticare i compensi (200mila euro all’anno per lui e 180mila per la sub), in linea con gli standard degli incarichi ministeriali ma nel Molise e nell’Italia di oggi cifre affatto trascurabili. E poi le dichiarazioni preoccupanti dell’ex generale della Finanza: senza pareggio di bilancio, aumento delle tasse e turnover bloccato.
La polemica tocca gli ambienti politici. Restano in silenzio i 5 Stelle, sponsor principali della scelta di inviare due tecnici esterni per il piano di rientro. Qualcuno comincia a soffiare però sul fuoco e ricorda che Giustini è stato indicato dalla Lega (mentre Grossi sarebbe stata scelta dalla componente pentastellata). Il coordinatore del Carroccio Luigi Mazzuto è diplomatico ma chiaro: «Si è deciso di inviare due commissari perché c’è un piano di rientro dal debito, è quello il primo obiettivo su cui devono agire. Mi aspetto, inoltre, che l’azione dei commissari sia utile a esportare in Molise il modello della gestione sanitaria della Lombardia, del Veneto e del Friuli. Se, invece, dovesse concretizzarsi in un aumento del deficit sarei preoccupato. Perché come Salvini dice prima gli italiani, io dico prima i molisani e il Molise». Sul fatto che Giustini sia quanto meno gradito alla Lega, l’assessore ribadisce: «Allora mi auguro che importi da noi i modelli sanitari virtuosi del Nord».
Appunto a margine, nel Carroccio riscoppia la polemica interna. La linea sulle amministrative, aveva detto Mazzuto, non la fanno gli eletti. La capogruppo Romagnuolo torna alla carica: «Le poltrone si conquistano con il lavoro nel e sul territorio, con i rapporti con i cittadini, con i voti e soprattutto facendosi eleggere. E non facendosele regalare. Quindi, chi non è stato eletto, sappia che presto dovrà andare a casa».
Tornando alla sanità, il giorno dopo il pronunciamento della Conferenza delle Regioni – che al governo ha chiesto di revocare o sospendere le nomine dei commissari di Molise e Calabria fino alla definizione del Patto della Salute – il presidente Donato Toma puntualizza: «Abbiamo ravvisato l’esigenza di rivedere totalmente l’architettura dei piani operativi, che devono essere strutturati secondo modelli flessibili in grado di dare effettivo sostegno e supporto alle Regioni che presentano difficoltà. Oggi siamo di fronte a strumenti rigidi, causa di tagli indiscriminati, che privano i cittadini di servizi essenziali, tendenza che viene esasperata da una burocrazia per niente incline a valutare i reali problemi del territorio e tesa solo a far quadrare i conti».
Infine, i decreti del commissario. In attesa delle linee guida per le convenzioni con le associazioni di volontariato impegnate nelle postazioni del 118, fra i provvedimenti firmati da Giustini ieri c’è quello sul sistema di controllo sanitario coordinato: insieme alle strutture della Regione anche l’Asrem, con il nucleo ispettivo che ad oggi monitora le cliniche convenzionate con l’azienda, si occuperà delle verifiche formali e di merito sull’appropriatezza delle prestazioni di Neuromed e Cattolica, gli unici due erogatori privati che sono a diretta gestione regionale.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.