Per avviare l’iter della proroga della cassa integrazione per altri sei mesi manca solo il decreto di assegnazione alle Regioni delle risorse per gli ammortizzatori nelle aree di crisi.
Contestualmente, spiega l’assessore al Lavoro Luigi Mazzuto, «sarà attivato per ogni lavoratore il percorso formativo con l’Anpal con l’obiettivo del reinserimento».
L’orizzonte della vertenza Gam si allunga però a novembre. È quello il momento che preoccupa i sindacati, che ieri hanno avuto l’incontro con Mazzuto e con il collega delle Attività produttive Vincenzo Cotugno, oltre che con l’amministratore della società Giulio Berchicci. Al momento gli addetti in cigs sono circa 240. Fra pensionamenti e ‘quota 100’ e calcolando anche che a regime l’incubatoio riaperto 40 giorni fa da Amadori dovrebbe assorbire 60 unità, a novembre gli addetti senza un posto né una pensione potrebbero essere un centinaio.
Proprio il numero di persone che secondo l’accordo siglato nel 2017 al Mise, il macello dovrebbe impiegare. La ristrutturazione dello stabilimento produttivo di Monteverde è stata l’altra materia oggetto del confronto di ieri mattina. E su questo fronte sono state rese note novità. Da Bruxelles è arrivato l’ok al contratto di sviluppo che Amadori firmerà con Invitalia, Regione e ministero dello Sviluppo. Si può procedere, dunque. L’istruttoria, però, necessita di qualche altro mese. La chiusura dell’accordo è prevista entro l’estate.
La Regione ha individuato le risorse per il cofinanziamento: l’investimento complessivo è pari a 34 milioni, 16 quelli che Regione e governo metteranno sul piatto (in quote però molto diverse, la maggior parte sarà a carico del Ministero).
Resta un ostacolo, di cui pure si è molto parlato nella riunione di ieri. Amadori ha sempre dichiarato e ribadito di recente anche al Mise che per portare a termine il progetto del macello c’è bisogno di risolvere le interferenze con il secondo lotto, vale a dire la parte di edificio attaccata al macello che però rientra in un altro lotto ed è ancora invenduta. Di proprietà di società dell’ex gruppo Arena che sono in fallimento, la vendita ‘tocca’ al Tribunale di Campobasso e agli organismi delle procedure.
Pare che l’azienda di Cesena abbia individuato anche un terreno alternativo, vicino allo stabilimento originario, in caso non si risolvessero le famose interferenze. Però l’ostacolo formalmente resta.
Tanto che il presidente della Regione Donato Toma dice: «Con il massimo rispetto dei ruoli, dei tempi e delle modalità stabiliti dalla legge, mi sento di fare un invito al Tribunale affinché acceleri le procedure di vendita del secondo lotto. Risolveremmo così qualche problema che Amadori ha rispetto al secondo lotto». Il governatore però aggiunge che quello con Amadori è solo il primo dei contratti di sviluppo a cui Palazzo Vitale sta lavorando. «Ne vogliamo chiudere altri, lavoriamo al contratto istituzionale di sviluppo presto – annuncia – arriveranno altri bandi mirati per il tessile e il lattiero caseario».
Raffaele De Simone, segretario della Fai Cisl, spostando le lancette a novembre 2019, chiede alla Regione di dar seguito «alla fase due del progetto: formazione, ricollocazione, scivoli per la pensione». Quanto al macello, il sindacato esprime cautela perché nonostante l’ok dall’Ue e la disponibilità della Regione al cofinanziamento, «ad oggi non ci risulta che siamo pronti con la location e con le opere necessarie per l’avvio dei lavori. Insomma, bene le notizie che ci hanno dato ma pochi passi concreti ancora. E non vorremmo ritrovarci il 4 novembre, tre anni dopo la vendita del primo lotto ad Amadori, ancora alle condizioni di partenza».
ritai

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.