«Finalmente diamo qualcosa agli italiani e non togliamo», così il senatore molisano del Movimento 5 Stelle Fabrizio Ortis ieri mattina ha introdotto il reddito di cittadinanza, un «mezzo per portare il pane a casa e fare formazione».
I dati del Molise mostrano che ci sono 5mila persone in stato di povertà assoluta e 20mila in povertà relativa, la novità di questa misura è che copre entrambe le esigenze. «La crisi nel mercato del lavoro – ha affermato Ortis – riguarda tutta l’Europa che ha sempre investito nel settore manifatturiero e ora si trova indietro rispetto alla Cina e agli Usa che invece hanno investito sul terziario. Il reddito di cittadinanza è un pilastro, soprattutto in Molise dove si perde il lavoro in ‘tarda’ età, cioè a 40-50 anni, ed è difficile trovare un’altra collocazione». Quello che si vuole evitare è che diventi una forma di assistenzialismo, ha spiegato il senatore, ma si ha la possibilità alla scadenza dei 18 mesi, se non si è trovato lavoro, di rinnovarla per altri 18 mesi. «È una forma di supporto per cittadini e imprese, che hanno un doppio bonus di decontribuzione».
A chi è rivolto il reddito di cittadinanza? A tutti i cittadini con un Isee inferiore a 9.360 euro (per chi non ha disabili nello stato familiare) e che vogliono rientrare in questo «circolo virtuoso che permette di formarsi e rimettersi in gioco nel mondo del lavoro». I documenti necessari per presentare la domanda sono l’Isee, il Pse e lo Spid, cioè l’identità digitale che può essere richiesta tramite il sito delle Poste o di alcune banche, presso gli uffici postali o al Caf. «A causa dell’alto analfabetismo digitale in Molise, nel peggiore dei casi, chi non è capace può recarsi presso i nostri banchetti e lo aiutiamo noi direttamente», ha fatto sapere Ortis. Inoltre, per i ‘furbetti’, che «sono una minoranza rispetto alle persone che vogliono invece ritrovare la dignità», sono previste sanzioni molto pesanti.
Per quanto riguarda il suo lavoro in senato, Fabrizio Ortis si è soffermato su due battaglie. La prima riguarda la perdita di identità dal punto di vista elettorale del Molise. Secondo una prima stesura del disegno di legge sulla riduzione del numero dei deputati, al Molise spettava soltanto un rappresentante a Palazzo Madama. «Già 55 anni fa, quando è nata la regione Molise, i senatori dovevano esserne sette, ma ne abbiamo avuti solo due, adesso non possiamo avere un altro dimezzamento soltanto perché siamo una regione piccola e poco popolosa», ha spiegato il senatore.
Il secondo punto, invece, riguarda la questura. «È stato fatto grande allarmismo – ha affermato Ortis – sulla riorganizzazione delle questure. In verità saranno potenziate. In Molise sono previsti 60 nuovi posti di lavoro: 40 a Campobasso e 20 a Isernia. Il declassamento riguarderà soltanto il grado del questore e non è detto che sia una cosa negativa, perché un questore più giovane può portare giovamento essendo più dinamico».
Il senatore pentastellato ha voluto anticipare che, dopo il recente crollo dell’ex deposito Enel, presenterà un’interpellanza contro la Soprintendenza per sapere «come mai il cemento diventa così fragile. È giusto tutelare gli edifici storici – ha concluso -, ma bisogna tutelare anche la sicurezza dei cittadini».

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