«È tutto da verificare che non si possa presentare una mozione di sfiducia a un singolo assessore».
Fedele a se stesso, Vittorino Facciolla non arretra. Sa che in maggioranza, dalla maggioranza evidentemente glielo hanno fatto sapere o era facilmente intuibile, stanno preparando questa diga: la non ammissibilità della mozione, pure se avesse le cinque firme richiesta. Allora, i dem aggirano l’ostacolo con una ‘normale’ mozione urgente. Che il documento sia tecnicamente di sfiducia o meno, «c’è un evidente problema di natura politica e di questo il Pd vuole discutere», dice accalorandosi il capogruppo dei democratici.
Insieme alla collega Micaela Fanelli si prepara a una seduta di fuoco. Il documento contro l’assessore della Lega Luigi Mazzuto avrà la sottoscrizione delle due pasionarie espulse da Salvini, Aida Romagnuolo e Filomena Calenda. E probabilmente la condivisione, una volta al voto, dei 5 Stelle.
Due i profili di contestazioni, spiega Fanelli che è rientrata domenica dalla Spagna dove ha preso parte al congresso del Pse. «Dal punto di vista politico, la posizione di Mazzuto sul federalismo e il regionalismo differenziato», parte la consigliera. Tanto osservante al credo leghista che «si è impegnato a difendere un provvedimento che va contro il Molise», aggiunge Facciolla. Un Mazzuto schiacciato sulle posizioni del Nord, dei governatori Zaia e Fontana, è l’accusa del Pd.
«Dal punto di vista tecnico – continua Fanelli – l’assoluta mancanza di risposte per quanto riguarda le questioni oggetto delle sue deleghe: lavoro, ammortizzatori, mobilità Ittierre, sociale». Nel sociale, torna all’attacco l’ex vicepresidente della giunta Frattura, «ha prorogato il nostro piano, siamo a marzo e non c’è ancora nulla della nuova programmazione».
Stamattina i due esponenti dem presentano la mozione, con le firme pesanti di Romagnuolo e Calenda, e chiedono l’immediata discussione. E qui, il primo banco di prova: perché contando i voti sicuri o quasi sai arriva a dieci. Basta un’assenza, si va pari.
Facciolla del destino tecnico del documento si cura poco, «è irrilevante». Perché, spiega, «illustreremo la mozione e nessuno ci può silenziare. A Toma diciamo di aprire la discussione su un personaggio, l’assessore della Lega, che sputa sulle ragioni del Molise e che non sia portando alcun risultato per quanto riguarda il suo incarico. Vuole tenerlo ancora lì? Noi gli diremo di rimuoverlo»

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