Troppo giovani per la pensione, troppo anziani per ricollocarsi nel mondo del lavoro. Comunque madri e padri di famiglie che da quasi un anno vivono completamente senza reddito e senza tutele.
L’ex governatore Michele Iorio si mette alla testa della battaglia per far uscire dalla precarietà i 40 ex operatori della Formazione professionale della Regione. Ha presentato un disegno di legge perché, si dice convinto, «in Consiglio regionale possiamo affrontare in maniera risolutoria la questione riformulando l’aspetto legislativo della Regione Molise per rendere le nostre leggi più coerenti ed efficaci cogliendo gli aspetti innovativi dettati dalla riforma del mercato del lavoro e dalla più recente legge di Bilancio 2019».
A fondamento di una rinnovata visione organizzativa dell’intero assetto regionale delle politiche in materia di lavoro, il ddl Iorio premette che l’orientamento permanente assolve a un ruolo sempre più incisivo nelle strategie territoriali di settore, assurgendo ad una delle funzioni di prima istanza nell’erogazione dei livelli essenziali delle prestazioni correlate alle politiche attive del lavoro, anche in termini di rafforzamento sul territorio dell’asse “occupabilità”.
In considerazione di tali elementi, diventa ineludibile nei confronti dei cittadini che si rivolgono alle strutture dei Centri per l’impiego per ricevere concrete risposte nella ricerca di lavoro e rispetto alle numerose emergenze occupazionali presenti sul territorio, porre in essere azioni a garanzia di una maggiore e più efficiente esigibilità delle prestazioni standardizzate di alcuni dei servizi presenti presso i Centri – quali la prima accoglienza, l’orientamento di base, l’informazione e la canalizzazione delle offerte da destinare all’utenza, in base alle caratteristiche della stessa rispetto ai mutevoli cambiamenti del mercato del lavoro – soprattutto per quanto riguarda la necessità di incremento delle risorse umane da inserire presso le strutture regionali preposte che lamentano forti carenze di unità, attraverso l’utilizzo e la disponibilità del personale composto dagli operatori professionali iscritti all’Albo regionale.
Per loro, rimarca Iorio, «da anni esiste un reale problema di reinserimento lavorativo, sebbene la salvaguardia dei livelli occupazionali sia espressamente prevista dalla normativa regionale di riferimento e per i quali sono state poste in essere azioni progettuali frammentate e non strutturali, motivo per cui, oltre alle esigenze di riorganizzazione suesposte, si propone una collocazione lavorativa degli stessi, a supporto del personale addetto ai Centri per l’impiego, in alcune delle funzioni delineate, in ordine alle quali gli operatori della formazione professionale posseggono le risorse professionali necessarie per l’espletamento delle mansioni connesse, anche in relazione ad un corretto utilizzo di una buona prassi disponibile a livello regionale».

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