Una parte del mondo che gravita attorno al 118 resta sul fronte: «Per dieci euro nessuno verrà a fare il volontario», dice il responsabile di un’associazione che chiede di restare anonimo. Nel suo mirino c’è pure il ritardo dell’Asrem, che avrebbe dovuto adottare il nuovo regolamento entro il 28 febbraio. «Lavoriamo con convenzioni scadute, oltre il 31 marzo non possiamo andare», aggiunge. Stesso ragionamento, quello dei dieci euro di rimborso forfettario per turno – cifra imposta dal Codice del terzo settore -, che un altro suo collega mette davanti a tutto. Neanche la possibilità di assumere il personale, o meglio di ottenere la remunerazione dei dipendenti impiegati nel soccorso (assoluta novità rispetto all’attuale assetto), li convince. Entrambi alla fine si riservano commenti diversi, e pubblici, una volta che sarà pubblico pure il regolamento.
Il rischio di una paralisi del servizio dal 1 aprile – se non fosse una cosa seria ci sarebbe da sorridere per la coincidenza con il giorno degli scherzi per antonomasia – è remoto. Non è il comune sentire delle associazioni. Anche perché andrebbero incontro all’interruzione di pubblico servizio. A parte questo, però, ascoltando anche altre campane non suonano – per così dire – la stessa nota.
Sono oltre una decina le associazioni che gestiscono le 16 attuali postazioni del soccorso sanitario. Fra loro ci sono quelle che hanno colto, dalle indiscrezioni circolate negli ultimi giorni, elementi che rendono la piattaforma dell’azienda sanitaria meno drastica di come era stata ipotizzata: l’incentivo alle assunzioni con il rimborso dei costi sostenuti per i dipendenti (non potranno superare il 50% dei volontari) e il ristoro dell’acquisto dei mezzi. Cambia la configurazione di sette postazioni in particolare, con l’innesto ulteriore di ambulanze di tipo B o auto mediche (o entrambe). Ma, se i rumors avranno colto nel segno, saranno rimborsate voci di costo finora non rimborsabili o non articolate con precisione. «La Regione e l’Asrem mettono in atto correttivi che per 19 anni non si è voluto attuare in Molise», osserva il dirigente di un’altra Onlus. L’attuale assetto è quello provvisorio di quando il 118 fu attivato (con poche e non significative modifiche rispetto al rapporto con i volontari). Se da un lato c’è chi invia un messaggio di allarme – così non potremo gestire il servizio – dall’altro c’è chi manda a dire: cercheremo di poter rispondere agli avvisi e continuare a fare quello che abbiamo fatto finora.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.