I tratturi e i borghi. Naturalmente le infrastrutture. Perché nella ‘regione silenziosa’ – per apprezzarne le bellezze e decidere di tornarci o di investire – bisogna poterci arrivare in tempi rapidi, moderni, e con viaggi che non siano un’odissea.
Il contratto di sviluppo istituzionale Molise si incardina lungo queste direttrici. Che sono frutto di una strategia ben precisa, assicura il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Per la seconda volta a Campobasso in due mesi, il premier garantisce: «Io personalmente e l’intero mio governo vogliamo farci promotori del riscatto del Meridione. Il riscatto del Meridione deve contrastare sentimenti di rassegnazione, di diffidenza e anche di sfiducia. La prima volta che sono stato qui, l’11 febbraio, ho colto nei vostri volti una qualche forma di scetticismo, “c’è qui il presidente del Consiglio, fa una parata oggi e poi chissà chi lo rivedrà e quando lo rivedremo”. Mi rivedete dopo qualche settimana e se necessario tornerò qui a molestarvi costantemente, quanto sarà necessario, per promuovere questa strategia sul territorio. Un territorio che non fa rumore, è vero, è una regione silenziosa ma questo governo -. rivendica – sa ascoltare anche le istanze discrete, questo governo sa cogliere anche il suono dei toni bassi e fa anche di più, viene sul territorio a stimolare questa strategia di sviluppo».
Accanto a due donne prefetto, Maria Guia Federico e Cinzia Guercio, al presidente della Regione Donato Toma, all’ad di Invitalia Domenico Arcuri e al consigliere di Palazzo Chigi Gerardo Capozza, Conte ha ascoltato gli interventi dei sindaci, dei presidenti delle Province. Una sintesi dei progetti presentati – 252 – in questi mesi e che descrivono l’idea che il Molise ha del suo potenziale di crescita. In platea anche le associazioni di categoria, i sindacati. «Nessuno si può sovrapporre a voi e meglio di voi può interpretare quali sono le caratteristiche del territorio, quali sono i progetti che possono assicurare un futuro in termini di sviluppo sostenibile», dice Conte. La risposta ha sorpreso il governo. «Vedete com’è facile vincere lo scetticismo? Vedete com’è facile recuperare fiducia nelle istituzioni, verso i cittadini all’interno delle istituzioni, noi oggi siamo in condizione di partire speditamente con questa iniziativa».
Nei prossimi giorni il primo ministro metterà a punto il decreto che istituirà il contratto istituzionale di sviluppo del Molise. «Avremo un tavolo istituzionale e procederemo rapidissimamente, istruiremo tutte le istanze e i progetti che sono pervenuti e cercheremo di ricondurli a unità».
E se questo è lo specifico del Cis, il governo – aggiunge l’avvocato nato a pochi chilometri dal confine molisano con la Puglia – scommette anche con le misure per la ricostruzione post sisma. Nello ‘Sblocca cantieri’ «norme che ci consentiranno di poter provvedere in contabilità speciale, abbiamo stanziato 40 milioni, potremo utilizzare questi fondi anche per gli indennizzi dei cittadini, per indirizzarli delle lesioni ai beni che sono state conseguenti al terremoto. Abbiamo introdotto anche norme che agevoleranno le procedure, saranno più rapide». Ancora, nel piano anti dissesto ‘ProteggItalia’ dieci milioni per il Molise. Ai centri con meno di 2mila abitanti risorse per la messa in sicurezza delle strade e incentivi per il risparmio energetico e lo sviluppo sostenibile, «per realizzare strutture di wifi e rendere quindi le persone connesse, soprattutto nei territori dove ci si sente un po’ isolati, in questo momento veramente il diritto ad accedere alla rete per eccellenza internet diventa fondamentale. L’articolo 3, II comma della Costituzione, che dà diritto a tutti i cittadini di partecipare pienamente all’organizzazione politica economica, sociale e culturale del Paese oggi passa attraverso anche l’accesso a internet».
Dalle infrastrutture digitali a quelle fisiche: elettrificazione della ferrovia fino a Roma, ma Conte confida molto pure sul progetto della Fondazione Ferrovie di una linea storica per collegare Pietrelcina, Campobasso e San Marco la Catola e «valorizzare gli itinerari che sono turistici ma anche religiosi, che sono un po’ la caratteristica di questi territori».
Una scommessa, sul Molise e il Mezzogiorno, tante strade per realizzarla. Ma l’autonomia differenziata rischia di vanificare tutto. L’allarme glielo hanno lanciato Coia e Toma. «Massima attenzione a realizzarlo ma a realizzarlo con tutte le garanzie e le cautele che ovviamente un progetto così impegnativo, che può avere ricadute così incisive su tutto il territorio nazionale, può avere. E sicuramente ci sono due garanzie fondamentali: la solidarietà sociale e la coesione nazionale. Ho aderito a questo progetto perché è un progetto costituzionale, è l’articolo 116 III comma della Costituzione, è nel nostro ‘contratto di governo’ – conclude il suo intervento Conte – e ritengo che sia anche uno strumento vantaggioso che oggi può essere utilizzato da una Regione del Nord, domani da una Regione del Sud, anzi ci sono già alcune Regioni del Sud che si stanno facendo avanti per beneficiare anche di questo percorso. Ma sicuramente mi farò garante del fatto che questo percorso di valorizzazione delle autonomie regionali non sarà mai a scapito delle altre Regioni, il nostro obiettivo è il riscatto del Meridione perché il riscatto e il rilancio del Sud significa il rilancio dell’Italia».
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