Lo dicono loro stessi: la nomina è legittima. I 5 Stelle di Palazzo D’Aimmo, però, sollevano un tema di opportunità e di costi.
La delibera della giunta Toma di venerdì scorso stabilisce per il commissario di Molise Acque Giuseppe Santone un «compenso annuo omnicomprensivo determinato in 80.000 euro a carico della Molise Acque pari al compenso di un dirigente di servizio regionale». Finora, commissario dell’ente era il dirigente regionale Pillarella, che non percepiva indennità aggiuntiva.
Inoltre, i 5s si chiedono «come mai Toma, tra 46 idonei, abbia scelto proprio un suo attuale collaboratore che, a meno che non rinunci a una delle due cariche, percepirà un doppio stipendio. Per noi si tratta di una vera e propria anomalia: Toma e gli assessori Niro, Cotugno, Mazzuto, Cavaliere e Di Baggio hanno nominato Santone utilizzando la procedura che si segue per le nomine politiche, ma affidandogli il ruolo di commissario, figura che invece dovrebbe essere tecnica».
Santone è stato designato presidente del Cda, che però non è stato ancora ricostituito (la nomina dei due componenti tocca al Consiglio regionale), quindi fino al rinnovo dell’organo di governance Santone sarà commissario straordinario. A lui i 5 Stelle chiedono di «rinunciare all’incarico di consigliere del governatore e di poter vedere presto il piano industriale di sviluppo, con obiettivi realistici e indicatori misurabili, per capire quale ricetta ha in mente per riportare in auge la Molise Acque». Al presidente dell’Assise Micone, invece, di accelerare sulla nomina dei due componenti del Cda «per ridare a Molise Acque piena operatività e per evitare quello che, altrimenti, rischia di rivelarsi soltanto uno spreco di denaro pubblico».

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