I 60 giorni a disposizione delle Regioni per approvare il piano di governo delle liste d’attesa sono scaduti ieri.
Solo quattro le amministrazioni già adempienti. Non c’è il Molise fra queste quattro, ma il lavoro sul documento a Palazzo Vitale è in dirittura d’arrivo. Se non questa settimana – viste le festività del santo patrono di Campobasso e della Liberazione – l’ok potrebbe arrivare a ridosso del 1 maggio.
Il 21 febbraio scorso l’intesa fra governo e Regioni sul nuovo piano nazionale delle liste d’attesa del ministro Grillo.
Tra le novità, ricorda il portavoce della Federazione degli ordini degli infermieri Tonino Aceti, «la fissazione dei tempi massimi di attesa per tutte le prestazioni e non più solo per una piccola parte; in caso di tempi massimi non rispettati saranno attivi percorsi di tutela per il cittadino volti a garantire la prestazioni nei tempi giusti e in un ambito territoriale di prossimità, senza costi aggiuntivi rispetto al ticket e senza dover fare più tanti chilometri; le persone con malattia cronica non dovranno più uscire dalla struttura ospedaliera senza la prescrizione e la prenotazione; la possibilità di accedere alle strutture durante le ore serali e nel fine settimana; il blocco dell’attività libero professionale in caso di superamento del rapporto tra la stessa attività in libera professione e quella in regime istituzionale e/o di sforamento dei tempi di attesa massimi individuati dalla Regioni; il coinvolgimento delle associazioni dei cittadini nelle campagne di comunicazione e nel monitoraggio periodico dei piani delle Asl; massima trasparenza per le agende di prenotazione, più controlli e verifiche».
Perché ciò diventi effettivo, però, le Regioni devono recepire le disposizioni con un proprio piano che deve essere trasmesso al ministero della Salute entro in mese dalla sua approvazione. Le Asl, poi, hanno altri due mesi per adottare il proprio programma attuativo. Entro i prossimi due mesi, inoltre, sarà istituito l’Osservatorio nazionale sulle liste di attesa.
Hanno già recepito il piano nazionale la Puglia, le Marche, l’Emilia Romagna e la Valle D’Aosta.
La Basilicata ha scelto per il momento la strada di accordi interaziendali aventi ad oggetto il recepimento del Piano nazionale. Il Veneto e la Toscana invece dovrebbero procedere a strettissimo giro con il recepimento. In scia pure il Molise, dove in queste settimane si sono svolte anche riunioni fra lo staff della dg Salute e quello dell’Asrem per definire gli ultimi dettagli.
La legge di Bilancio nazionale ha stanziato 150 milioni per il 2019 e 100 per ciascuno degli anni 2020 e 2021 proprio per implementare e ammodernare le infrastrutture tecnologiche necessarie ai sistemi di prenotazione. Ma del decreto di riparto, lancia l’allarme Aceti, non c’è ancora traccia:
«L’effettiva e tempestiva attuazione in tutte le Regioni del piano nazionale delle liste di attesa, del piano nazionale della cronicità, il rilancio degli investimenti nelle politiche del personale sanitario, l’innovazione dei modelli organizzativi del servizio sanitario nazionale nonché la garanzia di un adeguato finanziamento del pubblico sono alcuni dei tasselli necessari per garantire una maggiore, più tempestiva ed equa accessibilità ai servizi sanitari».

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