Lo scontro sul taglio ai costi della politica, leitmotiv dei pentastellati di Palazzo D’Aimmo, era cominciato ore prima dell’acuto religioso a tinte blasfeme. È che evidentemente, il bilancio logora chi lo fa.
Devoti e antagonisti di Andreotti passino la licenza. Ma l’approvazione della manovra finanziaria continua a mietere vittime fra i nervi evidentemente provati da sedute infinite degli attuali inquilini del Consiglio regionale. Ieri a cadere sotto i colpi di emendamenti, sub, modifiche e aggiunte è stato il neonato gruppo ‘Prima il Molise’. I 5 Stelle hanno proposto di stabilire che da luglio i vitalizi degli ex consiglieri siano ricalcolati col sistema contributivo. Sul modello delle Camere. Il centrodestra ha fatto quadrato. Tra gli altri interventi, quello del presidente dell’Assise Micone che ha curato la partita a Roma: c’è un’intesa siglata alla Stato-Regioni dal governatore Toma e dai suoi colleghi, entro il 30 maggio sarà approvata una legge ad hoc, l’emendamento a 5 stelle è inutile e pretestuoso.
Aida Romagnuolo, ex leghista e capogruppo di Prima il Molise però ha marcato la differenza. «La mia campagna elettorale è stata tutta basata sui tagli ai costi della politica, non posso non votare questa proposta». Poi ha aggiunto, a scanso di equivoci e conseguenze: non è una sfiducia a Toma e alla maggioranza. Pochi secondi dopo e al suo fianco è arrivata come una furia la collega, espulsa pure lei da Salvini e cofondatrice di Prima il Molise, Filomena Calenda: «Questo Consiglio è ormai un circo, un teatrino. Anche a me piacerebbe votare tagli che incontrano il favore dei cittadini, ma non si fa il consigliere regionale volendo dimostrare che si è più gravi degli altri». Ha lasciato l’Aula fra le risate – poco edificanti – dei colleghi di maggioranza. Non poteva abbandonare i lavori perché di turno in ufficio di presidenza. Infatti è rientrata poco dopo. Il voto, come altri sulle proposte 5s o Pd, è finito 8 (sì) a 11 (no).
I dem hanno portato a casa il risultato sull’addizionale regionale all’accisa sul consumo di gas per usi civili: un atto di indirizzo per la riduzione nelle zone di montagna, perché chi vive in montagna consuma di più e ha costi infinitamente maggiori a chi vive sul mare. L’emendamento di Fanelli è stato trasformato in odg che impegna Toma a determinare l’aumento dell’aliquota in maniera inversamente proporzionale all’altimetria del territorio dove è situato il comune.
«Un provvedimento atteso, giusto, che ristabilisce equità e soprattutto – il commento di Fanelli – assicurerà un indubbio vantaggio economico alle famiglie che vivono in montagna».

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