Mezzo milione che assottiglia la dotazione delle ‘disciolte’ Comunità montane e aumenta quella della legge per il Welfare. Altri 400mila euro sul fondo per la non autosufficienza, 385mila euro che si aggiungono a quelli disponibili per il diritto allo studio. Ancora: 50mila euro in più per le esigenze dei trapiantati e delle loro famiglie, 30mila per le associazioni di ciechi, invalidi, sordomuti e 130mila per gli interventi dei Comuni a sostegno dell’affido familiare.
L’ultimo giorno di maratona sul primo bilancio della giunta Toma riporta una mezza pace fra i banchi del Consiglio regionale. Quel che basta a partorire un maxiemendamento che tiene conto delle proposte delle opposizioni (che a quel punto ritirano i loro emendamenti) e viene votato all’unanimità.
Quelle sopra elencate sono solo alcune delle misure, fra le altre 500mila euro per gli incentivi a vivere nei piccoli comuni, 200mila euro per l’esodo degli operatori della formazione professionale, 100mila per la legge sulle cooperative.
Più cura per il sociale, ha detto a margine della seduta il governatore Donato Toma. In particolare, il maxiemendamento «segna il buon lavoro di sintesi tra maggioranza e minoranza, frutto di una costante mediazione che ho messo in campo e che rende il bilancio un buon strumento di compromesso». Per Toma si tratta di un bilancio «che non è proprio il bilancio che volevo, ma che dipende dalle risorse che si hanno. È però un documento fortemente sociale: ci sono più soldi per il sociale in generale, per la sanità assistita e per gli ambiti sociali. Abbiamo insomma rafforzato – ha chiarito all’Ansa – l’intervento in un momento non facile».
I documenti della manovra sono stati illustrati in Aula dal presidente della I Commissione Andrea Di Lucente: «Chi, come me e come tantissimi colleghi, è stato sindaco e ha vissuto in prima persona la politica di prossimità, non poteva non chiedere profonde revisioni su temi come il sociale, come la vicinanza alle aree interne – ha commentato al termine di un mese di lavoro – La dialettica interna ha permesso di arrivare ad una sintesi frutto dell’ascolto dei singoli consiglieri. La giunta ha fatto tesoro dei suggerimenti dei consiglieri, sia di maggioranza sia di minoranza. Ha capito che servivano soldi per le fasce più deboli, per il Fondo regionale per la non autosufficienza, per le borse di studio agli studenti universitari, per i farmaci di fascia C, per i ragazzi delle comunità – ha concluso Di Lucente -. Abbiamo tracciato una rotta precisa, ovvero quella di non lasciare indietro nessuno, di includere».
Infine, ancora scintille fra Toma, Micone e Greco. Il capo dell’esecutivo anche ieri ha chiarito di aver voluto augurare il male di nessuno con l’anatema «cancrus» lanciato all’indirizzo di Greco in italiano maccheronico: «Le voglio talmente bene da augurarle di vivere a lungo più di me. Non avevo intenzione di maledire nessuno e se avessi poteri magici li userei per cambiare le sorti della regione».
Ma il capogruppo 5s ha rilanciato: sull’anatema e sull’accusa da parte di Micone di essermi paragonato a Gesù voglio una commissione che verifichi quanto è accaduto in quest’Aula. Finale, quindi, ancora polemico: nessun problema, la risposta di Toma, ma i video vanno visti tutti. E Micone: minacciare l’Aula se vota in una certa maniera è un comportamento che appartiene ad altri territori ma non a questo.

ppm

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