Archiviata la «pagina opaca» del caso Siri – il sottosegretario leghista revocato qualche ora prima e senza conta interna al governo del cambiamento – Luigi Di Maio dal palco di piazza Pepe annuncia: «Il premier Conte ha firmato oggi il decreto che avvia il contratto istituzionale di sviluppo per il Molise. Saranno vagliati 250 progetti di imprenditori e Comuni sulle infrastrutture. Noi ci mettiamo i soldi che servono a realizzarli». Il punto dolente del Molise, che Di Maio ha toccato con mano, essendo arrivato in macchina: «Il livello delle infrastrutture in Molise è veramente ai minimi termini, mi dispiace che alle scorse regionali i molisani abbiano scelto di votare ancora una volta per il centrodestra, credo che si stiano vedendo i risultati. Noi però ci siamo e abbiamo avviato il progetto che nei prossimi anni farà percepire un po’ di miglioramento su strade e autostrade».
Il vicepremier riapre quindi il fronte con Donato Toma: «Ci aspettiamo naturalmente collaborazione dal presidente della Regione. Io so che il presidente si arrabbia moltissimo quando lo dico. Ma noi abbiamo mandato qui un commissario della sanità, neanche la stufa e il computer gli hanno fatto trovare. Lo abbiamo mandato perché avevamo promesso che avremmo tolto subito dove possibile la sanità dalle mani della politica. Ma lo hanno un po’ bullizzato, ha dovuto comprare la stufetta elettrica. E così non si va da nessuna parte».
Piazza piena a Campobasso. Sul palco insieme a Di Maio i candidati alle europee, i competitor 5s per la carica di sindaco (Gravina e Di Michele a Campobasso e Termoli), i portavoce in Parlamento e in Regione. Andrea Greco, capogruppo a Palazzo D’Aimmo, apre il comizio.
Non parte da Siri, Di Maio. Parte dai tagli ai vitalizi degli ex parlamentari, rimodulati con il sistema contributivo. «Chiamate Cirino Pomicino, vi risponderà che da qualche mese non prende più il lauto vitalizio…». Con i soldi risparmiati, rivendica, «abbiamo finanziato il reddito di cittadinanza e quota 100». E se il reddito di cittadinanza funziona, la pensione di cittadinanza in molti non sanno neanche che esiste, lo sforzo che chiede il ministro del Lavoro è di farla conoscere.
In Molise per la campagna delle europee e delle amministrative, le proposte sono essenzialmente: salario minimo europeo per eliminare lo sfruttamento dei lavoratori, aiuti alle famiglie e meno tasse alle imprese: «Chi potrà avere un lavoro avrà un salario minimo, chi vorrà fare figli lo potrà fare».
M5s è insieme alla Lega per fare queste cose, spiega, al governo con un contratto e non un’alleanza politica. «E non è che quando dico che qualcosa non va metto in discussione il governo», ma non chiedere un passo indietro a Siri sarebbe stato «tradire il mandato che voi ci avete affidato, avremmo fatto come tutti gli altri».
Anche gli altri hanno detto di aver fatto leggi contro la corruzione, ma «la nostra legge ha permesso che Formigoni andasse in galera e non avesse attenuanti» e di far scoppiare in Umbria l’inchiesta sulla sanità. Il prossimo passo, aggiunge, è «la legge che toglie ai politici regionali le nomine della sanità. La volevamo fare in Molise, poi però avete votato il centrodestra». Togliere la scelta dei direttori generali di Asl e ospedali dalle mani della politica perché «dobbiamo fare in modo che se mi voglio curare in ospedale chi sta a capo di un ospedale sta lì per il suo curriculum e non perché è raccomandato». Le Regioni, aggiunge, si somigliano un po’ tutte e il problema è sempre la sanità.
Il governo del cambiamento non cade. Ma quello che c’è scritto nel contratto va realizzato, quindi le Province vanno abolite. Le differenze con la Lega ci sono. Fatta la legge sulla legittima difesa, «non puoi presentarmi una norma che fa circolare più armi. Io voglio più poliziotti e carabinieri. Come pure l’autonomia di Lombardia e Veneto non può creare una sanità o una scuola di serie A e una si serie B».
Perché, allora, non dialogare con il Pd? «A Zingaretti avevo fatto un’apertura di credito. Avevo detto al Pd: votate il salario minimo orario con noi. Come diceva Moretti: fai qualcosa di sinistra. Ma questi mesi sono stati allucinanti. L’unica loro proposta è stata la legge Zanda che aumenta gli stipendi dei parlamentari. E poi la proposta con la proposta in Veneto per i funerali laici nei cimiteri… Non voglio fare facili battute ma con tutti i problemi che avete dato ai vivi lasciate in pace almeno i morti. Io per questo – chiude sul punto – resto in questo governo e lo porto avanti, anche per non far tornare il Pd, che non è cambiato, è rimasto il Pd renziano». O, anche, per non far tornare Berlusconi.
Il 26 maggio è spartiacque: se Forza Italia e Pd (popolari e socialisti) non prendono il 50%+1 «dovranno venire da noi per far passare qualunque cosa. E noi a quel punto diremo: facciamo il salario minimo europeo, togliamo la sanità, l’istruzione e la ricerca dai vincoli europei sugli investimenti».
Ha di fronte, ammette, una piazza piena ma che rappresenta e chiede di risolvere «tante esigenze e tanti problemi». Il primo è rappresentato dai ragazzi che sono andati via dal Molise o stanno andando via. «Li faremo tornare finanziando le idee che altrove sono state sostenute ma non qui».
Chiede fiducia ai 5 Stelle e non alla Lega, che è alleata di Orban in Europa e Orban non fa gli interessi dell’Italia. «Fiducia a noi – chiude il comizio – perché facciamo i vostri interessi. Non vi abbiamo mai tradito. Al massimo abbiamo sbagliato ma in buona fede».

r.i.

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