Entrata alla Camera con Leu il 4 marzo 2018, Giuseppina Occhionero è l’unica esponente della sinistra nell’attuale delegazione parlamentare eletta in Molise. Per il resto, monocolore giallo, pentastellato.
Giuseppina Occhionero in questa chiacchierata con Primo Piano è chiara e diretta: al ballottaggio di Campobasso voterebbe il 5 Stelle Gravina. Un laboratorio all’ombra della statua di San Giorgio? «Voglio scuotere la sinistra – risponde – che ha smesso di essere se stessa e che ha demandato alla destra tutta la questione sociale». Il sasso è lanciato.
Onorevole Occhionero, il centrosinistra è fuori dal ballottaggio nel capoluogo di regione. Ed è l’amministrazione uscente. Qual è la sua analisi sulla sconfitta?
«Sicuramente ogni risultato negativo ci deve indurre alla riflessione sulle scelte fatte. Ogni “sconfitta” è una preziosa opportunità per crescere quando ci sentiamo squadra e pronti a scommettere con coraggio sulle nostre idee. È necessario ritornare ad essere protagonisti di speranza e civiltà iniziando proprio dal nostro territorio. La sinistra, in questi anni, ha tralasciato le proprie priorità offrendo il fianco libero ai venditori di facili promesse. Insomma, non ha saputo farsi interprete della sensibilità, dei bisogni e delle paure dei nostri cittadini. Ripenso a tutti coloro che in passato hanno scommesso su di noi e che in qualche forma continuano a farlo, abbiamo l’imperativo morale dinanzi a loro di ritornare ad essere i garanti di quei diritti civili e di quelle libertà consacrate dalla nostra Costituzione e dalla nostra storia repubblicana. Ognuno di noi, nel proprio impegno politico, può commettere degli errori, i quali in molti casi, sono frutto di un’incertezza politica più ampia e che non riguarda direttamente il territorio ed in questo senso ritengo che il sindaco e la giunta, in cinque anni, abbiano lavorato bene. E di questo, ne sono convinta, in cuor loro lo sanno anche i campobassani».
Centrodestra contro 5 Stelle: cosa fare al secondo turno?
«È evidente che in questo scenario l’elettorato di centrosinistra non si sente pienamente rappresentato. Non possiamo, però, essere spettatori apatici di un ballottaggio che, almeno sulla carta, non ci vede protagonisti. Allora dico: cogliamo questa occasione per divenire, responsabilmente, collaboratori e protagonisti. Elettori che in linea con il buon senso e la nostra caratterizzazione progressista, socialista, laburista, ecologista si mettono in discussione partecipando attivamente a questo voto. Ricordo a me stessa che il Movimento 5 Stelle ha una componente fatta di uomini e donne che votavano a sinistra, che non credono in un’Europa fatta di sovranisti, che combattono il terrore psicologico della xenofobia, che si impegnano in un futuro di tutela per i diritti di tutti. Su questi punti, io dico di fare fronte comune per arginare questa destra che, con i mezzi della paura e dell’oscurantismo, vuole imporre ancora il proprio paradigma di un’Italia chiusa e statica. Da qui ripartire insieme e far sentire la nostra voce. Ora, davanti a questo quadro, la risposta mi pare obbligata. Se io votassi a Campobasso non avrei alcun dubbio nello scegliere Roberto Gravina».
La scelta per Campobasso può diventare un laboratorio sperimentabile anche altrove e in prospettiva a livelli politici e non solo amministrativi?
«L’esperienza che vede eventualmente centrosinistra e 5 Stelle uniti per Campobasso sarà arricchita dalle nostre scelte, dalla nostra integrità, dal nostro essere in prima linea per la difesa dei valori e diritti fondanti della democrazia. Penso che questo sia il “laboratorio” più vincente. La nostra opera dovrà necessariamente ritornare ad essere un titolo di fiducia per tutti quei cittadini che, negli ultimi anni, non si sono più riconosciuti in questa idea di sinistra. Tracciamo una linea e in questa fase raccogliamo tutte le forze socialiste e progressiste moderate per rafforzare l’argine di una destra che in Europa, in Italia ed anche nel Molise continua a guadagnare spazio. È chiaro che io voglio bene ai cittadini che hanno votato la destra, ma voglio scuotere la sinistra che ha smesso di essere se stessa e che ha demandato alla destra tutta la questione sociale».
Questa scelta, a suo parere, deve passare solo per una chiara indicazione di voto, in chiave di senso di responsabilità – non consegnare la città alla destra – o si può ragionare anche in termini di intese, magari non apparentamenti ma gentlemen’s agreement?
«Sia chiaro: il nostro avversario è la destra. Una destra che semina odio e divisione. Per me, laddove si andrà al ballottaggio, è necessario dialogare con chi, come noi, vuole bloccare l’avanzata della destra a trazione leghista. Come sinistra dobbiamo ritornare ad offrire risposte concrete ai nostri cittadini e riconquistare la fiducia dei tanti elettori che abbiamo deluso».
A Termoli, invece, lei come legge questo secondo turno?
«Anche a Termoli dobbiamo costruire un’alternativa e recuperare tutta quella parte di elettorato al quale non abbiamo saputo dare risposte concrete. È necessario fare fronte comune contro una destra che rischia di distruggere anni ed anni di conquiste sociali. Sono certa che, in questo caso, l’elettorato dei 5 Stelle saprà esprimere un voto di buon senso per evitare di consegnare la città a chi, fino a pochi giorni fa, ci chiamava, con disprezzo, “terroni”. A Termoli, ancora una volta, abbiamo l’opportunità di dimostrare il nostro valore ed il nostro impegno di sinistra».
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