Gli va dato atto di aver acceso i riflettori su una situazione drammatica per chi la vive, ma che a Roma non ha l’attenzione che merita. I medici che mancano agli ospedali molisani, e così anche gli infermieri e gli operatori che lavorano sotto organico e con turni ormai massacranti rappresentano un’emergenza che condiziona l’erogazione dei servizi, tanto che una riorganizzazione è alle porte.
Solo che negli ambienti ovattati dei Ministeri vince il basso profilo. E l’irritazione per le dichiarazioni di Giustini – in particolare forse il may-day lanciato all’Esercito per l’eco che ha avuto e la difficoltà di realizzazione in tempi rapidi – pare abbia irritato non poco chi si occupa di sovrintendere al piano di rientro dal debito sanitario molisano. Tanto che i tavoli di monitoraggio – stando a indiscrezioni accreditate – hanno scritto una nota destinata alla struttura commissariale raccomandando di condividere e concordare qualsiasi iniziativa con la Capitale. Anche le idee, quindi. Le soluzioni per trovare medici, che rappresentano una gestione ordinaria del servizio sanitaria, e probabilmente anche il modo di veicolarle all’esterno, ai media. Qualche mese fa, un’altra iniziativa del generale era stata presa come una fuga in avanti da Roma. L’autorizzazione all’azienda sanitaria sul reclutamento dei pensionati, che pure ebbe un’eco vastissima, fece da apripista. Anzi, il governatore del Veneto ci si fiondò non appena le agenzie rilanciarono la notizia sul nazionale. Lo chiedevamo da tempo, disse alla stampa Zaia, e pochi giorni dopo deliberò in giunta. Lui che può perché non è commissariato.
Forse già in quel caso, qualche incomprensione fra il commissario della sanità molisana e i Ministeri affiancanti si creò, non coi ministri, ma con la struttura dirigenziale. Adesso sarebbe arrivata l’ammonizione che a Giustini e Grossi concede una sovranità limitata, per così dire.
Pesa ancora la dichiarazione del coordinatore regionale della Lega Mazzuto, inoltre: ha bollato il ricorso ai militari come autoreferenziale e dichiarato che il Carroccio sta lavorando per far uscire il Molise dal commissariamento. Mettere in relazione le due cose e tirare la conclusione che Giustini rischia? Adesso sarebbe azzardato. Tra l’altro il governo è alle prese con un difficile rimpasto. Alla Salute, avanposto dei tifosi dei commissari esterni con Giulia Grillo, potrebbe finire un altro 5 Stelle. Si parla del presidente della commissione Sanità del Senato Sileri.
Il generale, dal canto suo, resta fedele al silenzio che si è imposto da lunedì. Non l’ha tradita, pur sollecitato, ieri mattina al Cardarelli per una conferenza stampa sulla ‘buona sanità pubblica’. «Lavoriamo a 360 gradi, stiamo facendo tutto quello che è il meglio per il Paese. Diciamo che per il momento abbiamo spento la radio. La settimana prossima ci sarà una conferenza stampa». Molto probabilmente mercoledì.

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