Basta metterle in fila, le dichiarazioni degli esponenti di centrodestra dopo la batosta elettorale rimediata alle amministrative di Campobasso. Tutti contro tutti, più o meno. Quasi tutti aspettano una riunione chiarificatrice, l’avvio di una verifica per dirla con l’ex governatore Michele Iorio.
Partiamo da Luigi Mazzuto, coordinatore della Lega e plenipotenziario di Salvini in Molise. Sul banco degli imputati c’è lui per tanti suoi colleghi (colleghi assessori e coordinatori). «A Termoli la coalizione ha funzionato – dice – a Campobasso meno. Anzi non ha funzionato proprio». Aggiunge che il risultato del capoluogo può «essere un campanello d’allarme per centrodestra. Dobbiamo riflettere e lavorare per il futuro». A chi, Aida Romagnuolo apertamente e altri senza uscire allo scoperto, chiede la sua testa in giunta risponde: «Non capisco a cosa si riferiscano, non sono persone della Lega. Noi abbiamo dato il massimo, anche le europee testimoniano quanto la Lega sia presente sul territorio».
In serata però in redazione arriva un’indiscrezione, velenosa si intuisce: che Mazzuto si sia dimesso da coordinatore o sia stato sollevato dall’incarico da Salvini. Risponde serenamente al telefono, l’assessore non usa mezzi termini: «È una faake news, io sono al mio posto».
Tornando agli affanni della maggioranza, oltre a una verifica, oltre allo spazio nell’esecutivo che ritiene guadagnato sul campo, l’ex governatore Michele Iorio chiede un cambio di passo all’esecutivo Toma. Pronto a entrare nell’esecutivo? «Ero pronto già da tempo, ma non si risolve il problema solo così. Bisogna cambiare passo altrimenti si assiste a fase di grande confusione. La giunta deve rimodulare il suo programma di lavoro su tante emergenze e dare risposte concrete».
Rispetto al post sanguigno di domenica sera su Facebook (dove aveva chiuso con «Mazzuto devi vergognarti», Filomena Calenda cambia tono e contenuti. L’ex leghista, oggi pare sempre più vicina a Fratelli d’Italia, commenta infatti: «La sconfitta che il centrodestra ha registrato a Campobasso è frutto di errori dell’intera coalizione. Trattative interminabili che hanno generato instabilità e confusione nell’elettorato. È stato un grosso errore sottovalutare il peso specifico del ballottaggio, convinti che i risultati del primo turno avessero condotto la D’Alessandro a una vittoria data per certa. La macroscopica falla parte già dall’aver interrotto prematuramente il dialogo con i movimenti civici, vere espressioni delle volontà degli elettori. Sono molteplici le cause di questa débâcle. Nascondersi dietro un unico capro espiatorio non giova a nessuno».
Infine, l’assessore di Froza Italia Nicola Cavaliere. In politica, dice, «le colpe sono sempre collegiali, c’è qualcuno che se ne assume un po’ di più ma sono collegiali. Rispetto al nome (di D’Alessandro, ndr) – sottolinea riferendosi a chi ha parlato di imposizioni – si è trovato comunque un accordo, mal di pancia o meno si è trovato. Sono accadute diverse cose strane, il centrodestra dovrà fare una valutazione complessiva. Non vorrei che dietro una colpa collegiale si nascondessero interessi più diretti e personali».
ppm

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