Altro che decreto Calabria e sblocco del turnover. In Molise i reparti ospedalieri, alcuni in particolare, per ora restano a rischio chiusura. E se dalla costa all’alto Molise il rischio concreto è accompagnato da proteste, allarme e prese di posizione forti nel capoluogo, l’estrema difficoltà in cui lavora il personale del Cardarelli passa sotto silenzio. Troppo silenzio.
In queste ore l’Asrem e la struttura commissariale stanno lavorando senza soluzione di continuità per trovare ginecologi che facciano i turni al punto nascite del San Timoteo. Reparto importante, in una città che quanto meno raddoppia l’utenza in estate. Reparto che però da anni non raggiunge la soglia di 500 parti imposta dalla legge: al di sotto di questa soglia, per gli standard internazionali il reparto non garantisce sicurezza a partorienti e nascituri.
A Termoli, per coprire i turni, va anche un ginecologo da Campobasso. In organico al Cardarelli ma comandato al San Timoteo. Con la conseguenza che i turnisti dell’ospedale più grande della regione e quindi con la maggiore utenza sono tre e mezzo: il ‘mezzo’ è il medico arruolato con contratto libero professionale che quindi fa le notti ma non la reperibilità. Ogni ginecologo del Cardarelli si sobbarca tre turni notturni a settimana. Anche le ostetriche, nel capoluogo, sono pochissime: cinque. Pare che invece a Termoli ve ne siano molte di più. Facile intuire l’aria che si respira in questi giorni, a qualche settimana dall’avvio dei turni di ferie. Un reparto a un passo dal collasso che si regge sul senso di responsabilità. Operatori stanchi non solo fisicamente, stanchi pure di non essere considerati ‘a rischio’ come gli altri.
La paventata chiusura del punto nascite di Termoli, per la quale è circolata già la data del 7 luglio, riporterebbe a Campobasso il ginecologo fin qui prestato al San Timoteo. Ma, sembrerebbe, secondo quanto circola negli ambienti, non personale aggiuntivo che dalla costa si sposterebbe a quel punto nel capoluogo. Anche perché la chiusura sarebbe stata ipotizzata solo per il periodo estivo o comunque finché non si tampona almeno in parte la grave carenza di specialisti. Al netto di decisioni ministeriali legate al mancato raggiungimento della soglia.
Una guerra fra ‘poveri’ che, è evidente, è difficile pure raccontare con i modi e le parole giuste. Approvato il decreto Calabria, l’azienda sanitaria potrà procedere con i nuovi concorsi. Quello per sei ginecologi, aperto agli specializzandi, era stato già approvato dalla direzione generale prima del blocco del turnover. Tutti sperano che abbia maggiore fortuna di altri banditi nel recente passato e che quindi i partecipanti siano in numero almeno adeguato. Ci vorrà comunque un po’ di tempo per portare a termine le procedure. E nel frattempo?
Altri reparti in fortissima sofferenza, quelli di Pediatria. Solo tre i medici in servizio, in tutti e tre i reparti. Martedì l’Asrem ha approvato l’ennesimo avviso per quattro incarichi libero professionali.
r.i.

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