Rete ospedaliera articolata sull’hub di Campobasso (Dea di I livello con qualche deroga) e gli spoke di Termoli e Isernia; centralità al Cardarelli per le reti di infarto e ictus; Agnone ospedale di area disagiata; Larino e Venafro sedi di specialità rafforzate per contrastare la mobilità passiva; infine, elisoccorso operativo anche in notturna. Sono le proposte che il Movimento 5 Stelle ha avanzato ai commissari e al ministero della Salute. La bozza di piano operativo, spiega il deputato Antonio Federico, «va ancora discussa e vidimata da tavolo tecnico e i Ministeri competenti, nel rispetto dei principi di sostenibilità e garantendo l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza. L’obiettivo resta lo stesso: i cittadini molisani non saranno mai cittadini di serie B».
Per il parlamentare la ricostruzione di una «sanità pubblica più efficiente, sostenibile e sicura» è l’unica strada «per arginare la privatizzazione del sistema sanitario regionale». Perché
«paradossalmente in questi anni di piano di rientro è stato invece il privato a rafforzarsi, ad ottenere più spazi, più posti letto, più budget» passando «dall’affiancare il servizio pubblico fino a sostituirlo del tutto, per alcune discipline».
Nel 2015, ricorda, i pentastellati proposero al Consiglio regionale di destinare al pubblico non meno dell’85% del fondo: «Centrodestra e centrosinistra bocciarono la nostra risoluzione». Perciò, una volta al governo, i 5 Stelle hanno reso incompatibile la carica di presidente con quella di commissario e inviato in Molise Giustini e Grossi. Ad aprile il tavolo tecnico ha contestato alla Regione il mancato trasferimento di 4.2 milioni al conto della sanità e «il corposo e ingiustificato ricorso all’extrabudget per i non residenti in Molise, da parte dei principali privati accreditati per un totale di 15 milioni». Abrogato col decreto Calabria il blocco del turnover, «ora bisogna rendere attrattiva la sanità pubblica, rendendola più efficiente, sostenibile e sicura» e «per farlo c’è bisogno di intervenire sul piano operativo 2019-2021».
Anche Cittadinanzattiva chiede di potenziare l’elisoccorso: «Con elicottero e protocolli di intervento ben definiti, per il trasporto presso gli idonei presidi ospedalieri, le chance di sopravvivenza aumentano notevolmente. Per la realtà territoriale particolarmente disagiata, qual è il territorio molisano, l’eliambulanza rappresenta un fondamentale mezzo integrativo (e non alternativo delle altre forme di soccorso) essenziale per le situazioni tempo-dipendenti o legate a particolari condizioni assistenziali». In Molise il tempo medio di intervento di primo soccorso risulta di 21 minuti (risultati monitoraggio Lea 2017), a fronte dei 18 minuti previsti dagli adempimenti Lea. Di qui la richiesta di ampliare ad h24 la convenzione con l’Abruzzo e adeguare tutte le elisuperfici. «È pur vero che l’elisoccorso non può risolvere da solo tutte le problematiche dell’emergenza-urgenza – così la segretaria di Cittadinanzattiva Molise Jula Papa – Ma in una situazione di emergenza una perfetta organizzazione del servizio, anche in notturna, può certamente contribuire a salvare la vita di pazienti in condizioni critiche».
Intanto, da via Petrella arrivano buone notizie sul fronte della (pur sempre grave) carenza medici. L’Asrem ha assunto a tempo indeterminato, all’esito di un concorso avviato nell’autunno scorso, tre oncologi: presteranno servizio a Campobasso, Isernia e Termoli.

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