Non è stato un briefing di lavoro, ma un pranzo in cui si è parlato di politica e del futuro. Davanti a «un ottimo crudo», in riva all’Adriatico, Donato Toma con Matteo Salvini non ha parlato del caso Mazzuto. «Non è in discussione. Ho le dimissioni (dell’assessore, ndr) nel cassetto. Devo fare una verifica e dopo l’estate ne riparliamo», risponde il governatore a precisa domanda.
Il leader della Lega ha riconosciuto lealtà al presidente del Molise, il capo dell’esecutivo di Palazzo Vitale conferma fiducia all’alleato di governo. Dunque, il caso Mazzuto lo chiuderà Toma, ma questo è il quadro e l’esito viene di conseguenza. D’altro canto, che la posizione in giunta del coordinatore del Carroccio fosse blindata era chiaro da tempo.
Sul tavolo, ieri, il ‘crudo’ di Termoli e non le fibrillazioni del centrodestra molisano. Invece l’intento, questo sì, di dare al Paese una guida dello stesso colore e che viaggi a velocità sostenuta.
«Abbiamo parlato di alcuni interventi che servono al Molise. Gli ho detto, in sintesi: caro Matteo, il centrodestra molisano è con te. Se decidi di andare avanti (nella crisi e quindi andare al voto, ndr), sappi che coalizione che mi sostiene sarà col governo di centrodestra. Vinciamo e riprogrammiamo insieme», racconta Toma. «Il problema del Molise in questo momento non è Mazzuto. Sanità, lavoro, strade: questi sono i problemi del Molise. Su questi temi dobbiamo reimpostare l’azione, sulla sanità per esempio va riprogrammato tutto. E in linea generale, ci sono cose che ho ottenuto per la regione ma voglio essere sicuro che se si va a elezioni e se come io spero e penso vince il centrodestra, tutti i processi avviati – la quattro corsie, il collegamento ferroviario fra Termoli e Campobasso, il passaggio ad Anas di una serie di strade, interventi straordinari per il Sud e il lavoro saranno accelerati». Con i ministri e i sottosegretari della Lega, aggiunge, non è mai accaduto che le misure venissero rallentate. Coi 5 Stelle sì, spiega. Adesso è scoppiata anche la polemica sul decreto Whirlpool che prevede interventi per gli ex Ittierre. Andrà convertito. Toma si dice sicuro che la Lega darà il suo assenso pure se saranno indette nuove elezioni, e che lo daranno i 5 Stelle, ma rivendica il suo ruolo.
E fondamentalmente punta ad avere a Roma un governo completamente amico: «Vorrei un centrodestra forte che faccia le riforme che avevamo annunciato. Allora, facciamo sì che la squadra si rafforzi e il Molise possa conseguire vantaggi in tempi più rapidi».
Promossi, dal suo osservatorio, gli uomini della Lega: Giorgetti, Garavaglia, Stefani, Durigon.
Ma se si vota, il governatore tenterà il grande salto alle politiche? «Io ho un lavoro da portare a termine, dopo che l’avrò portato a termine può succedere di tutto, anche che me ne vada…». Quando finirà il mandato da presidente? «Io non ho particolari ambizioni politiche – conclude Toma – Ho l’ambizione di fare le cose Se riesco a fare e far bene dovranno essere i molisani a chiedermelo, non certo io a imporlo».

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