Per incontrarlo lontano da occhi indiscreti – o lontano dal cuore del coordinatore Luigi Mazzuto – pare abbiano fatto una camminata a Pescara giovedì sera.
Il leader della Lega Matteo Salvini aveva appena staccato la spina al governo Conte e confermato l’unico appuntamento della giornata in Abruzzo. Il presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone e il capogruppo dei Popolari per l’Italia Andrea Di Lucente, raccontano i bene informati, erano lì. Ad ascoltarlo. Magari a margine del comizio anche per scambiare almeno due chiacchiere.
Si tratta di indiscrezioni, ma sono fondate. E confermano l’avvicinamento progressivo del numero uno dell’Assise di via IV Novembre e dell’ex sindaco di Vastogirardi alla Lega.
La crisi aperta proprio da Salvini adesso ha fermato un po’ i giochi, ma l’adesione non dovrebbe essere in discussione. Probabilmente i tempi e i modi sì. Salire sul ‘Carroccio’ a Micone potrebbe essere utile per il secondo tempo del mandato (l’ufficio di presidenza viene rieletto dopo due anni e mezzo di legislatura). Ma un pensierino alla candidatura al Parlamento, in caso di voto anticipato, pure lo avrebbe fatto.
Oltre a Di Lucente e Micone, si è vociferato in questi mesi anche della probabile adesione alla Lega dell’eletto di Forza Italia Armandino D’Egidio. A Pescara, però, lui non c’era. In Consiglio regionale, comunque, il Carroccio recupererebbe una rappresentanza che al momento non ha più, dopo l’espulsione delle pasionarie Romagnuolo e Calenda. Quale sarebbe poi il ruolo di Mazzuto? Irrealistico pensare che Salvini lo molli, ha dimostrato che invece lo ha blindato in maniera efficace. Magari dovrà cedere il coordinamento regionale: nuovi ingressi, specie se così pesanti, legittimerebbero una fase di commissariamento per organizzare e rilanciare il partito. Restando in giunta. Con buona pace delle critiche che lo stesso Di Lucente non gli ha risparmiato pubblicamente in Aula sulla sua azione di governo.