Prova a resistere, Salvini vuole evitare l’isolamento. Dal festival della Versiliana a Marina di Pietrasanta, intervistato dal direttore del Giornale Sallusti nel pomeriggio dice: «La via maestra sarebbe il voto, invece siamo in mano a una trentina di renziani. Senatori di un pezzo del Pd che sanno benissimo che se andiamo a votare non li voterebbe nessuno. Ho fatto venire a galla in questi giorni che per qualcuno la poltrona vale seimila volte di più della democrazia».
E ancora: «Un governo degli sconfitti M5S-Pd sarebbe una truffa per l’Italia e gli italiani. Loro vanno con Renzi e io sarei l’inaffidabile? Una cosa allargata a Forza Italia? Roba da marziani. Dovranno passare sul mio corpo. Chi ha paura del popolo ha la coscienza sporca perché non ha lavorato bene. Qualcuno vuole andare al governo per terminare l’opera di svendita delle aziende italiane alle multinazionali straniere. Andremo nelle piazze italiane a chiedere pacificamente di andare al voto perché un altro governo non rappresenta la volontà popolare. Qualunque governo che non risponde alla volontà popolare è un governo che risponde a Bruxelles, Parigi e Berlino».
Anche lui chiama in causa Mattarella: sta a lui «valutare se questi governi Arlecchino vanno bene».
Cosa accadrà domani in Senato? «Voglio ascoltare le parole del presidente del Consiglio, senza pregiudizi. Certo se il mood è quello delle scorse settimane, allora la via maestra è chiara. In questi giorni abbiamo un rapporto epistolare, ma è ancora il mio presidente del Consiglio. Magari martedì mi stupisce. Se mi dice applichiamo la flat tax domattina… Le mie dimissioni? Non do la soddisfazione a compagni di lasciare il ministero dell’Interno. Difenderò l’Italia e i suoi confini con le unghie e con i denti. Non mi stupirei se, nei prossimi giorni, ricevessi una richiesta di processo».
Da un accordo fra il primo partito e il terzo, nelle urne del 2018, si potrebbe passare a un accordo fra la prima e la seconda forza, 5s e Pd.
Inutile dire che questa ipotesi avrebbe ripercussioni politiche anche in Molise. A cominciare da settore nevralgici, come la sanità. Restano infatti, numerose questioni in sospeso. Dal nuovo Patto per la salute – col quale attraverso la Lega il governatore Toma puntava a cancellare il commissariamento – alla struttura commissariale. Il generale Giustini che la guida è stato indicato proprio dal Carroccio.

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