Alle 18 di ieri l’ipotesi più accreditata nei corridoi dei palazzi e nelle chat era questa: oggi pomeriggio il premier Conte riferisce in Senato che c’è un problema politico nella sua maggioranza, il percorso con la Lega per i 5s è chiuso (pare chiuso), quindi potrebbe essere il premier ad aprire davvero la crisi dimettendosi al Colle. Il Capo dello Stato, che sta seguendo le evoluzioni, sarebbe pronto a conferire di nuovo l’incarico a Conte. Per quanto smentite, le aperture dei dem al Conte bis sono verosimili. Governo di legislatura 5s-Pd?
Tutto è davvero possibile, anche che si torni al gialloverde, ma che si viri al giallorosso sembra assai più probabile. Tiene banco pure l’idea di una maggioranza più ampia, lanciata da Romano Prodi, la stessa che ha votato la presidente della Commissione Ue Ursula Van Leyen (quindi oltre a 5 Stelle, Pd e Leu anche Forza Italia).
Oggi, comunque, è il giorno clou. Preceduto da scontri fra gli ex alleati – Di Maio all’assemblea dei gruppi ha definito Salvini «disperato», il titolare del Viminale ha detto che gli unici disperati sono i renziani che non vogliono il voto – dichiarazioni di facciata e manovre dei pontieri.
«Ci stiamo preparando per le prossime giornate in cui si decideranno le sorti dell’assurda crisi innescata dall’egoismo di Salvini. Non siamo in spiaggia, siamo al lavoro per migliorare la vita degli italiani. Il punto fermo da cui partire – così il senatore molisano Fabrizio Ortis a margine dell’assemblea congiunta e ribadendo la posizione del capo politico Di Maio – è la piena fiducia al presidente Conte che domani riferirà al Senato». Una bufala della Lega il governo con Renzi e Boschi (che non esclude un accordo col Pd), così Di Maio. «Ho visto che alcuni stanno già facendo proposte a mezzo stampa su aperture ad altre forze politiche – così il vicepremier -. Secondo me è profondamente sbagliato. Noi dobbiamo affidarci al Presidente della Repubblica e al percorso istituzionale che vorrà delineare».
Conte parla a Palazzo Madama alle 15.

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