Di svolta, di legislatura, di ampio respiro. Nessun assegno in bianco, ma dalle Autonomie a Leu e al gruppo Misto in generale c’è la disponibilità a sostenere un governo 5s-Pd che ai titoli sulle priorità per l’Italia accosti concretamente impegni per lavoro, politiche economiche, ambiente, immigrazione.
Ieri mattina la direzione nazionale del Pd ha approvato all’unanimità un documento coi cinque punti per un governo della svolta: appartenenza all’Ue, democrazia rappresentativa, crescita sostenibile, svolta nella gestione dell’immigrazione e nelle ricette economiche e sociali. Partendo da queste condizioni il segretario Zingaretti ha il mandato a trattare. A Roma per la riunione del parlamentino del Nazareno, il segretario regionale Vittorino Facciolla, che aveva anticipato in qualche modo la decisione puntando su un governo di legislatura «oppure meglio il voto». Soddisfatto, dunque, dell’esito dei lavori della direzione. «I cinque punti non credo siano derogabili. Il segretario ha parlato in maniera chiara di discontinuità, sicuramente ci dovrà essere sui programmi». Il Pd, ancora Facciolla, sarà in campo però solo per un governo che «garantisca quattro anni di stabilità e rilancio economico importanti».
Stamane da Mattarella la delegazione dem, nel pomeriggio quella della Lega e dei 5s. A inizio della prossima settimana, Mattarella potrebbe conferire l’incarico esplorativo. Più che un Conte bis, si parla di Fico ad esempio. Anche se l’ipotesi del voto è tuttora attuale e sul tavolo.
La deputata molisana di Leu Giuseppina Occhionero aveva anticipato in mattinata la posizione che Pietro Grasso ha rappresentato a Mattarella: «Piena disponibilità a verificare le condizioni per varare un governo con M5s-Pd fondato su un patto programmatico di legislatura, in discontinuità con quello attuale e che abbia ai primi posti del programma il lavoro, la lotta alle diseguaglianze economiche e la riconversione ecologica della nostra società. Siamo indisponibili invece ad appoggi a soluzioni di corto respiro finalizzate solo alla manovra di bilancio e poi il voto».
Guerra aperta, intanto, fra gli ex alleati. Salvini ribadisce: «Qualunque governo nasca sarà un governo contro la Lega». Sul blog delle Stelle i pentastellati rilanciano: «È incredibile quanta gente stesse per avere dei diritti e che ora, ancora una volta, rimarranno lettera morta. Dai riders alle aziende in difficoltà (è il decreto che riguarda anche gli ex Ittierre e che i 5s ritengono ormai in soffitta evidentemente, ndr), ai militari, alle persone che muoiono di inquinamento, agli operatori della cultura, ai bambini che fanno lezione nelle classi pollaio e in scuole fatiscenti, ai piccoli Comuni, ai pescatori che subiscono le quote europee e gli agricoltori che soffrono la contraffazione, ai lavoratori che hanno stipendi da due o tre euro all’ora. Chi ha aperto questa crisi buttando tutto all’aria pagherà un caro prezzo».

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