Dopo l’annuncio in pompa magna sulle economie che deriverebbero dal taglio degli stipendi dei quattro inquilini ‘supplenti’ di Palazzo D’Aimmo, soldi che potrebbero essere dirottati per la sanità molisana, depositato anche il testo che punta a cancellare l’incompatibilità tra la carica di assessore e le funzioni di consigliere sancita dall’articolo 15 della legge regionale n.20. Il provvedimento porta la firma di tutto il gruppo pentastellato che – dopo una prima bocciatura in Consiglio regionale – ci riprova con una proposta che abolisce la surroga, la stessa che ha consentito, all’inizio di questa legislatura, ai primi dei non eletti di Forza Italia, Orgoglio Molise e Popolari per l’Italia di varcare la soglia di via IV Novembre e di sedere tra gli scranni dell’assemblea regionale. La sfida a Toma è lanciata: secondo i portavoce del Movimento 5 stelle si avrebbe un risparmio di 5 milioni annui, soldi che potrebbero essere reinvestiti per un servizio essenziale ai cittadini qual è il diritto alla salute.
«La proposta mira, infatti, a ricostituire la situazione precedente all’emanazione dello stesso art. 15, con la ricostituzione del plenum dell’Assemblea regionale e la riassegnazione ai consiglieri nominati assessori di tutte le prerogative afferenti alla carica. Ciò, si spiega nella relazione illustrativa – scrivono Greco, Manzo, Fontana, De Chirico e Nola – al fine di porre un freno alla moltiplicazione dei costi dell’apparato politico, attraverso l’abolizione dell’istituto di che trattasi e il ripristino della compatibilità tra la carica di assessore e quella di consigliere».
L’iniziativa legislativa passa ora alla Commissione consiliare competente per l’esame preliminare per poi arrivare all’attenzione dell’Assemblea per il vaglio definitivo.

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