«Non voglio una verifica ma un chiarimento sì. E lo voglio da Forza Italia, dalla sua coordinatrice, per capire cosa è accaduto alle provinciali di Isernia. Se abbiamo fatto aperture al Pd, a Leu, ai 5 Stelle. Perché io mica lo so più dove stiamo?».
Vincenzo Niro è naturalmente irritato. Il 26 agosto è come aveva sospettato: il giorno della resa dei conti. Il coordinatore dei Popolari per l’Italia, che ha sostenuto il sindaco di Frosolone Ianiro sconfitto dal primo cittadino di Venafro Alfredo Ricci, tiene fuori il governatore Donato Toma. Lui non c’entra, spiega, con la catena delle decisioni del tavolo e poi di alcuni esponenti del centrodestra (anche se alla fine quasi tutto il centrodestra ha sostenuto Ricci, ndr) che ha portato a questo risultato.
«Il 3 agosto dal tavolo del centrodestra viene fuori la candidatura del sindaco Ianiro, il 5 agosto viene fuori un altro nome. E ci troviamo nella condizione in cui una parte del centrodestra e il centrosinistra convergono su chi alle politiche ha votato ai 5 Stelle». Niro è un fiume in piena. Le prove dell’inciucio, prosegue, ad Agnone e Frosolone con – rispettivamente – quattro e due voti del Pd confluiti su Ricci. «Se chi coordina il tavolo dà atto di una convergenza e poi una parte di Forza Italia vota con il centrosinistra, io voglio sapere con chi ci stiamo sedendo a questo tavolo. E poi, mentre per le provinciali di Isernia la coordinatrice degli azzurri ha convocato il tavolo per quelle di Campobasso no. Credo che io come coordinatore regionale di un partito e gli amministratori che fanno riferimento a me abbiamo il diritto di sapere cosa è accaduto».
Niro vuole chiarezza, ma assicura che alle provinciali di Campobasso – il 3 settembre – non ci saranno ripercussioni: «Sono stato io il promotore e il ‘motivatore’ della scelta di Roberti e continuerò a farlo», dice l’assessore regionale ai Lavori pubblici.
Il suo collega titolare di Turismo e Cultura Vincenzo Cotugno, che coordina il movimento Orgoglio Molise, condivide l’analisi di partenza: il tavolo del centrodestra, lo sforzo e l’invito per trovare un candidato unitario, poi il derby. «Non abbiamo avanzato proposte, abbiamo poi appoggiato Ianiro, espressione del centrodestra, da noi ritenuto espressione del centrodestra. Se poi una parte di Forza Italia ha deciso di fare altro… beh, poteva dirlo al tavolo, prima. È stata una cosa non bella e comunque finita male. Perché ora abbiamo un presidente della Provincia, a cui vanno i nostri complimenti e gli auguri di buon lavoro naturalmente, ma risulta che sia stato votato da una parte del centrodestra, dal Pd e qualcuno dice appoggiato anche dai grillini». Detto questo, per le provinciali di Campobasso Cotugno si augura «che il centrodestra vada a votare compatto per Roberti e vinca unito». Una verifica? «Decide il presidente Toma se farla o meno». Mentre un chiarimento politico «va fatto con i partiti».
Si smarca, invece, il presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone, esponente dell’Udc (ma molto vicino alla Lega ormai) e che con Niro ha appoggiato il sindaco di Frosolone per la guida di via Berta. «Ho sostenuto Ianiro, ha vinto Ricci. Per me va bene così, nel senso che io sono sempre convinto che le competizioni finiscono il giorno del voto, finiscono in ogni senso. Mi avrebbe fatto piacere si affermasse Ianiro, ma invece è stato premiato Ricci. A lui tocca amministrare, so che sarà all’altezza e lo farà bene».

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