Nel centrodestra molisano è il momento del redde rationem. Le provinciali di Isernia restituiscono la fotografia di una coalizione allo sbando.
L’ultimo, deflagrante, dato di fatto è la presa di posizione dell’eurodeputato di Forza Italia Aldo Patriciello. Che parla poco, soprattutto poco in pubblico e sui media, di questioni politiche interne. Dopo la vittoria di Ricci in via Berta dice, invece, senza mezzi termini: c’è poco da esultare, ha vinto la sinistra. E aggiunge: niente sarà come prima.
Riassumendo, l’ex presidente Iorio chiede una verifica di maggioranza «non più rinviabile», alla sua voce si aggiunge quella dell’ex leghista Romagnuolo: verifica, o meglio tornare al voto. «Anch’io sono del parere che Toma debba convocare tutti i partiti della maggioranza per una immediata e seria verifica politica, per definire una volta per tutte quello che si intende fare per creare lavoro e migliorare i servizi, per fare chiarezza e far capire ai soliti due o tre noti che condivisione è altra cosa rispetto al loro modo di agire. Diversamente – così Aida Romagnuolo – sono sempre di più dell’idea che le elezioni anticipate nel Molise siano l’unico antidoto per salvare i molisani». Gli assessori Niro e Cotugno puntano a un chiarimento fra i partiti. Patriciello prende le distanze dall’atteggiamento di Forza Italia in questa tornata elettorale: non mi appartiene.
Nomi, comunque, che dietro hanno partiti e movimenti o innegabile consenso, segno che la lacerazione è profonda, rappresenta aree consistenti dello schieramento. Tutti contro tutti, critiche e accuse reciproche: un tritacarne, immagine abbastanza impietosa che mostra un’assenza di leadership.
Nel mirino, dunque, c’è prima di tutto Forza Italia. A cui la verifica chiesta da Iorio potrebbe costare caro. Se l’ex governatore entra in giunta, logico pensare che prenderebbe il posto di uno dei due assessori azzurri presenti oggi nell’esecutivo, l’isernino Di Baggio.
Nel mirino, più precisamente, Forza Italia e la sua coordinatrice regionale Annaelsa Tartaglione. Ma cosa è accaduto? Il 3 agosto si riunisce il tavolo dei partiti di centrodestra convocato da Tartaglione: all’ordine del giorno, le provinciali di Isernia. Presenti i principali protagonisti: Tartaglione, Patriciello e Fabrizio per Forza Italia, Mazzuto per la Lega, Iorio per Fratelli d’Italia, per l’Udc Micone e Izzi, Cotugno per Orgoglio Molise, Niro per i Popolari. Dopo il passo indietro di d’Apollonio – ripercorreva Isnews il 4 agosto – fu trovata la convergenza quasi totale sul nome del sindaco di Frosolone Ianiro. Unico distinguo palese, quello di Iorio. Comunque, non risulta alcuna posizione contraria da parte di Forza Italia. Due giorni dopo, alla scadenza dei termini per presentare le candidature, arriva la seconda, quella di Ricci. Sostenuto da Iorio, ma pure da Di Baggio. E non solo. A pochi giorni dal voto arriva l’endorsement quasi in chiaro del Pd. Il sindaco di Venafro si aggiudica la partita. E nel centrodestra è caos.
Vincenzo Niro ribadisce la sua posizione: «Rispetto alle decisioni prese al tavolo di Isernia, mi devono spiegare ancora cosa è successo».
Gli dà ragione Patriciello. Che critica «rivendicazioni politiche e ricostruzioni dei fatti a dir poco fantasiose. Un vecchio modo di fare e intendere la politica, insomma: intestarsi una vittoria per nascondere una sconfitta. Perché, al di là delle dichiarazioni estemporanee e miopi che lasciano il tempo che trovano, credo sia chiaro a tutti che a vincere è stata la sinistra. Ma per vincere – prosegue – occorre sempre qualcuno che perda. E in questo caso, a perdere, è stato il centrodestra, o quanto meno quella parte che, violando l’accordo raggiunto sul nome di Ianiro, ha finito per votare il candidato votato dall’intera sinistra, la cui compattezza è stata determinante ai fini dell’esito elettorale». Nulla contro Ricci, a cui ha rivolto gli auguri, ma «la fuga in avanti di chi è venuto meno a un accordo è una brutta pagina politica, un atteggiamento che risponde più a logiche personali che non all’interesse politico del centrodestra. In tali occasioni serve estrema chiarezza: il modello con cui ha agito in questa occasione Forza Italia – è la sua dichiarazione ‘di guerra’ – è un modello che non mi appartiene. Per il futuro niente sarà più come prima. E bene ha fatto Niro, a cui si deve riconoscere il grande lavoro che sta svolgendo sul territorio, come anche il presidente Micone, a chiedere spiegazioni. Lo dico – precisa – come semplice cittadino, come esponente del partito nonché come parlamentare europeo di questo territorio, eletto grazie alle tantissime preferenze che mi hanno consentito di essere il secondo più votato d’Italia, dopo Berlusconi, e non perché semplicemente baciato dalla fortuna».

Un Commento

  1. Massimiliano Carli Bentivoglio scrive:

    Patriciello, lei ha visto un film alla radio. Come analista politico metterei qualcun altro. Salvini ha una volpe sotto il braccio, si lasci servire. E non dimentichi la questione Nord-Sud: il Nord produttivo non voterà mai partiti che mettono in discussione le imprese se non ignorarle, che parlano di aria fritta, che sono imbarazzati nei confronti dei temi dell’identità nazionale -mai vista come fonte di arricchimento-, della sicurezza -vista acriticamente come uno spauracchio-, sprezzanti nei confronti della vita umana e mai pragmatici. Ma che cosa si sta blaterando??

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