L’altalena sembra vicina a fermarsi. Dopo il gelo di ieri mattina e la sensazione di rottura nel confronto fra 5s e Pd per la formazione del governo, nel pomeriggio invece la trattativa si è riaperta e i capigruppo penstasellati e dem si sono incontrati alla Camera sui temi del programma. L’obiettivo è un documento unitario, non però un nuovo contratto. Sensazioni positive, hanno commentato entrambi i partiti.
L’impasse, quando a un’ora dalla nuova riunione delle 11, Di Maio ha chiesto al Pd di dire sì a Conte o «sarà inutile vedersi».
La contraerea dem ha accusato il capo politico dei 5 Stelle di volere tutto: tenere il ruolo di vicepremier, il Viminale e il commissario Ue. Nel pomeriggio è stato Conte a chiarire: né Di Maio né M5S ha mai chiesto il ministero dell’Interno. E ha sbloccato la situazione.
Dato per assodato, a questo punto, l’ok dei democratici al presidente del Consiglio dimissionario, resta il nodo del vicepremier: Conte è indicato dai 5 Stelle, ragiona il Pd, dunque Di Maio non può restare suo vice.
Intanto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha avviato il secondo round di consultazioni incontrando i presidenti delle Camere Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, poi il Gruppo Misto. Oggi i big.
E oggi, quindi, in molti si aspettano il nuovo incarico a Conte, che ieri ha ricevuto un clamoroso endorsement: dal presidente Usa Trump via Twitter. «Auspico che Conte rimanga premier a Palazzo Chigi. Ama il suo Paese e lavora bene con gli Usa».
Giornata decisiva quindi quella di oggi. Che si aprirà con la direzione nazionale del Pd. Mentre ieri sera i 5 Stelle hanno riunito i gruppi parlamentari in assemblea.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.