Una scomparsa che ha commosso il mondo della politica. Un cordoglio che va oltre le cose ‘da dire’: Mario Totaro era un signore, così ricordato e riconosciuto da tutti.
È venuto a mancare domenica, aveva 85 anni. Ieri pomeriggio i funerali a San Martino in Pensilis, in concomitanza con le esequie l’amministrazione ha proclamato il lutto cittadino. «Uomo di straordinaria umiltà e moderazione, qualità spese nel corso della sua lunga attività politica come consigliere comunale, sindaco del nostro Comune, consigliere e assessore regionale», ha evidenziato il primo cittadino Giovanni Di Matteo esprimendo cordoglio a nome dell’amministrazione e della comunità. La camera ardente era stata allestita, in accordo con la famiglia, nella sala del Consiglio comunale.
Commosso l’omaggio di Vittorino Facciolla, segretario regionale del Pd: «La morte di Mario Totaro rappresenta un lutto per i molisani tutti, e un lutto particolarmente grave, per la comunità di San Martino. Mario Totaro non è stato solo consigliere provinciale, consigliere ed assessore Regionale, non è stato solo consigliere e sindaco di San Martino. Mario Totaro ha rappresentato, per oltre 50 anni, il punto di riferimento politico dell’intera comunità regionale. Intelligente, misurato e determinato, era capace di vedere ciò che era impossibile agli occhi di chiunque. Aveva i tempi e i modi delle persone assolutamente consapevoli delle loro qualità, capace di eloquenti silenzi e di memorabili discorsi a braccio. Affabile, educato, brillante, intuitivo e buono. È stato il mio sindaco, il mio maestro e io sono onorato di aver avuto Mario quale mentore politico, onorato di poter associare il mio nome al suo, onore del quale ho goduto ogni volta che negli uffici regionali qualcuno mi diceva: “San Martino? Mario Totaro”». Un dovere, ha concluso, che ora si dica: “Mario Totaro? San Martino in Pensilis”.
L’ex governatore Michele Iorio a Totaro era legato da una sincera amicizia: «Non si può restare indifferenti alla scomparsa di Mario Totaro. Non posso non esprimere pubblicamente la tristezza che provo nel dover salutare l’amico e il politico. Le nostre chiacchierate che in questi ultimi anni si sono intensificate per condividere il rammarico di un mondo politico ormai in via di estinzione. Il Molise – così Iorio – perde uno dei massimi esponenti del mondo socialdemocratico, tra i più attenti esecutori di una ideologia che tanto ha dato alla sua terra e soprattutto al basso Molise. A tutta la famiglia rivolgo il mio pensiero più affettuoso consapevole che nessuna parola potrà alleviare il dolore».
«Con la scomparsa di Mario Totaro se ne va un pezzo di storia del Molise. Una persona perbene e un galantuomo che ha saputo sempre offrire nel corso della sua vita – ha dichiarato l’eurodeputato Aldo Patriciello – un alto esempio di sana passione politica e di impegno civile. Alla sua famiglia vanno le mie più commosse e sincere condoglianze».
Addolorato per la scomparsa, il consigliere regionale Massimiliano Scarabeo: «Appassionato di quella politica al servizio della gente che ha avuto il merito di rimanere sempre coerente con le sue idee e lungimirante in ciò che si doveva e si poteva fare per la sua terra. Politico preparato, di grande esperienza, protagonista di molti passaggi della vita politica molisana, rispettoso delle istituzioni che ha contribuito a far crescere nel corso della sua lunga carriera. Soprattutto, una persona perbene, di quelle che il Molise ricorderà perché da uomini come Mario Totaro sono arrivate mirabili testimonianze e lezioni di vita», ha concluso inviando ai parenti e in particolare al figlio Francesco le sue condoglianze.
Tra i fondatori della Uil Molise, la segretaria generale Tecla Boccardo ricorda Totaro come «compagno di strada appassionato» e «sempre pronto alla mobilitazione ma soprattutto concentrato sul dialogo dentro e oltre l’organizzazione, sull’ascolto delle istanze di ognuno, e pronto a gesti (sempre molto riservati) di solidarietà, di vicinanza, di aiuto per i soggetti in maggiori difficoltà». Ma anche come vero riformista, amministratore corretto e impegnato, la cui porta da sindaco o consigliere regionale era sempre aperta, «saggio ma modesto nel senso più pieno del termine, orgoglioso del suo essere un figlio del popolo che si è fatto da sé senza mai perdere l’ancoraggio alle radici».

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