Frattura torna in campo? Chi può dirlo.
Raggiunto telefonicamente l’ex governatore non ha voluto svelare nulla del suo nuovo progetto politico, limitandosi ad affermare che «se qualcosa dovesse accadere, di certo sarà una novità assoluta». E che «non terrà conto di nessuno degli attuali protagonisti della politica regionale».
Ma proprio nessuno?
«Nessuno! Altrimenti la nave naufraga prima del varo».
Ad animare (ovvero, rianimare) il presidente della Regione in carica dal 2013 al 2018, la scissione di Renzi dal Pd. I sondaggi danno “Italia Viva” del senatore toscano intorno al 5%. Calano, invece, Lega, dem e 5 Stelle. Guadagna consenso Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Male, malissimo, Forza Italia.
Frattura, questo non è un mistero, è stato sempre molto vicino all’ex sindaco di Firenze, oggi leader di “Italia Viva”. Quando è nato il nuovo soggetto politico, solo qualche giorno fa, ha confidato di aver sentito più volte Renzi, senza tuttavia rinnegare il passato nel Partito democratico, «che mi ha dato la grande opportunità – le sue parole – di vivere la fantastica esperienza a capo della Regione».
Frattura resta ermetico, ancora non se la sente di svelare i progetti e magari approfondire quanto accaduto un anno e mezzo fa. Mancava qualche giorno al termine della legislatura e, quindi, alla presentazione delle candidature, quando l’allora governatore riunì gli amministratori locali. Quasi a sorpresa si presentarono all’incontro decine di sindaci pronti a sostenerlo. Certo, ciò non gli avrebbe garantito la vittoria. Ma avere nelle liste il supporto degli amministratori locali è risultata la mossa vincente che oggi consente alla coalizione di centrodestra di governare. Molti di qui sindaci, che non solo parteciparono all’incontro convocato da Frattura ma dichiararono in quella circostanza di appoggiarne la candidatura, scesero poi in campo nelle liste a supporto di Toma.
Quello che accadde nelle ore successive è più o meno noto, ma la verità di Frattura resta tutt’oggi sconosciuta.
Cosa accadde in quei giorni?
«Prima o poi ne parleremo».
Tra le indiscrezioni, una voleva un riavvicinamento tra l’allora governatore e l’ex presidente Michele Iorio, che pare sarebbe stato pronto ad appoggiare un progetto amministrativo trasversale, con lo scopo principale di battere il Movimento 5 Stelle.
Poi l’entrata in scena (l’ennesima) di Roberto Ruta, questa volta supportato da parte del Pd, che evidentemente non vedeva con favore la ricandidatura di Frattura, pur sapendo che diversamente sarebbe finita – com’è finita – male. L’accordo con Leu e le civiche di sinistra, la candidatura alla carica di governatore di Carlo Veneziale, con una banale quanto incredibile ragione di «discontinuità rispetto al passato». Carletto Veneziale, tra i migliori politici della passata legislatura, tutto era tranne che la discontinuità invocata da Ruta & company. Non fosse altro per il ruolo ricoperto nell’esecutivo regionale, su nomina, appunto, di Frattura, poiché candidato ma non eletto nel 2013.
Tranne poche eccezioni, nessuno di quei sindaci che erano pronti a schierarsi con Paolo, seguirono Roberto e Micaela (Fanelli) nella decisione di buttare a mare il governatore uscente, che in quel periodo, va detto, era assai inviso tra i molisani. Un odio, quasi viscerale, suscitato più dall’atteggiamento assunto che per demeriti.
Paolo di Laura Frattura tornerà protagonista della politica molisana? Sì, no, boh. Considerando tuttavia come cambia repentinamente l’umore degli elettori in questa strana epoca, tutto è possibile.
Se pure non dovesse tornare ma volesse limitarsi solo a raccontare un po’ di fatterelli… se solo volesse togliersi qualche sassolino dalle scarpe, beh, non è difficile prevedere grasse e grosse risate.
La politica spesso prende pieghe strane e imprevedibili.
Chissà cosa avrà in mente e a chi si riferisce l’ex governatore quando afferma che «nessuno» degli attuali attori politici farà parte del domani?
Non è difficile immaginare e comprendere a chi si riferisca, al di là di ogni ragionevole dubbio.
La cosa complicata da prevedere è una sola: se prima di «domani» la Regione non sarà cancellata.

luca colella 

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