«C’era un impegno ad approvare il Patto della salute entro il 31 marzo, e questo ancora non è stato fatto. Ora sto provando in sintonia con il presidente delle Regioni Bonaccini ad accelerare la procedura. Dobbiamo fare un bilancio sui piani di rientro per capire cosa ha funzionato e cosa no. Ho alcune idee su questo, ma prima voglio confrontarmi con le Regioni».
Nomen omen: il ministro della Salute alimenta la speranza di chi è commissariato di liberarsi dei tecnici inviati da Roma. Vale per il governatore Oliverio in Calabria – appannato dalle disavventure giudiziarie ma sempre Pd e quindi ora non lontano dal governo nazionale che nella componente grillina lo ha molto avversato – e vale per il presidente del Molise, esponente del centrodestra ma di fatto l’unico ‘danneggiato’ dalla norma sull’incompatibilità approvata a fine 2018. In Calabria, infatti, il governatore era già commissariato, mentre in Lazio e Campania il piano di rientro della sanità è in mano ai presidenti Zingaretti e De Luca, incompatibili da fine marzo ma mai sostituiti.
Roberto Speranza, dunque, ribadisce – alla presentazione di “Freccia rossa, la prevenzione viaggia in treno” – quel che aveva detto alla festa della Cgil a Napoli: i commissariamenti non hanno portato a grandi risultati, «servono modelli più flessibili» tranne che in «casi straordinari».
La bozza di nuovo Patto della salute, su cui Speranza e Bonaccini hanno concordato di voler chiudere al più presto, prevede di superare l’attuale normativa dei piani di rientro rafforzando gli strumenti di collaborazione tra lo Stato e le Regioni e limitando l’istituto del commissariamento del servizio sanitario regionale a situazioni di particolare gravità nella gestione economico finanziaria e/o nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza.
Capolinea, dunque, per il commissario Angelo Giustini? Sul generale della Finanza in pensione pesano l’indicazione originaria della Lega – allora partner di governo dei 5s – e un verbale del tavolo tecnico di luglio assai poco lusinghiero: pesanti gli addebiti dei tecnici di Mef e Salute, così duri non ricordavano da tempo. Oltre a un ritardo ormai evidente nel varo del nuovo piano operativo e in generale di misure di programmazione dei servizi. Potrebbe essere sacrificato in nome dell’alternanza. Ma di qui a concludere che il commissariamento tornerà in capo alla Regione ce ne corre. Le dichiarazioni di Speranza sono un punto di partenza. L’arrivo però ancora non si conosce.
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