Fa specie apprendere che nel pieno del commissariamento, con il debito che in quegli anni cresceva a dismisura, l’Asrem erogava premi di risultato ai medici di tutti i settori (medico, veterinario e amministrativo) senza alcuni criterio: a pioggia.
Non una, due, tre persone: 1.000 dirigenti medici hanno percepito un’indennità aggiuntiva al già lauto stipendio mensile come manna caduta dal cielo.
“Rain awards” è (appunto) il nome dell’inchiesta condotta dal Comando provinciale della Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura regionale della Corte dei conti e che ha portato alla condanna per danno erariale dei vertici dell’azienda sanitaria in servizio nel 2009: il direttore generale Angelo Percopo, quello amministrativo Gianfranca Testa e quello sanitario Giancarlo Paglione. Condannata pure Loredana Paolozzi, dirigente delle risorse umane.
La Sezione giurisdizionale della Corte dei conti si è pronunciata con una sentenza, la 22/2019, confermando le tesi della Procura per l’anno 2009. Ma l’inchiesta riguarda anche il 2010 e il 2011, per i quali il procuratore Stefano Grossi e il sostituto Roberto D’Alessandro presumono un esito altrettanto favorevole, considerando che le condotte accertate sono le medesime.
Per gli anni successivi, invece, sono in corso le verifiche del Nucleo di Polizia economico finanziaria e, in particolare, del drappello accertamento danni erariali. E non è da escludere che gli illeciti siano stati commessi anche successivamente, almeno fino all’adozione del piano sanitario 2015-2018.
I dettagli dell’operazione sono stati illustrati nella sede del Comando provinciale della Finanza dai vertici della Procura contabile, dal colonnello Maurizio Pasquale Favia e dal tenente colonnello Eugenio Antonucci.
Due i filoni su cui gli inquirenti hanno acceso i riflettori: la distribuzione delle indennità di risultato correlate al raggiungimento di obiettivi e il conferimento di incarichi di collaborazione, i cosiddetti CoCoCo.
Secondo quanto accertato e stando alla sentenza della magistratura contabile, tutti i medici dell’Asrem e di tutti i settori di competenza hanno percepito il cosiddetto premio di risultato senza tuttavia conseguire alcun obiettivo, ma semplicemente sulla base dell’effettiva presenza sul posto di lavoro. L’unica accortezza che ha avuto l’azienda sanitaria è stata quella di non corrispondere l’indennità a chi non ha prestato servizio.
L’indennità di risultato, legittima e prevista dalla legge, viene assegnata al raggiungimento di un determinato obiettivo. È fondamentale, va da sé, stabilire prima l’obiettivo e poi verificare il raggiungimento dello stesso. Ciò avviene in più fasi e anche mediante una contrattazione decentrata tra le parti.
In Molise, nonostante le grosse difficoltà soprattutto economiche che il settore incontra da anni, i premi sono stati liquidati senza aver preventivamente fissato gli obiettivi da raggiungere.
Negligenze anche nell’assegnazione dei contratti di collaborazione. La pubblica amministrazione, prima di ricorrere a collaboratori esterni, deve eseguire una ricognizione tra il personale interno per verificare la presenza di dipendenti in grado di poter assolvere alle mansioni che si è deciso di assegnare.
Solo se impossibilitata ad attingere dall’organico dipendente, l’amministrazione può provvedere con le consulenze esterne, purché si tratti di incarichi temporanei e non conferiti per supplire carenze strutturali.
Anche in questo caso, come per i premi, la sezione giurisdizionale del Molise della Corte dei conti ha stabilito che i contratti a progetto venivano stipulati in violazione della normativa in materia.
Il danno erariale prodotto, secondo la Procura, ammonta – per il triennio 2009-2011 – a complessivi 10 milioni di euro, di cui circa un milione e 800mila euro per il 2018.
Per i premi ai medici distribuiti a pioggia, i dirigenti dell’azienda sanitaria condannati dovranno risarcire alla stessa circa 300mila euro.
Per i CoCoCo la Corte si è pronunciata con due sentenze. Con la 9/2019 sono stati condannati Percopo e Paglione al risarcimento di complessivi 70mila euro; con la 16/2019 Percopo, Paglione e Testa sono stati condannati al risarcimento del danno di 166mila euro, sempre in favore dell’Asrem.

ppm

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.