Non è mai troppo tardi, in sanità – rimarca però Donato Toma – non è mai troppo presto. Soprattutto quando si tratta di telemedicina applicata a patologie in cui anche cinque minuti, lo dice per esperienza personale, decidono della vita o della morte di una persona.
Bene la telemedicina e in particolare la telestroke, a suo parere andavano introdotte nel servizio sanitario molisano molto prima.
Il governatore apre la conferenza a Palazzo Vitale spiegando che il progetto è stato curato dalla direzione Salute – presente con la dg Lolita Gallo e i dirigenti Riccardo Tamburro e Raffaele Malatesta – e finanziato con il piano Agenda digitale (risorse del Fesr e non sanità quindi).
Un sistema – dà i dettagli tecnici – posizionato al letto del paziente e composto da uno schermo, da una serie di accessi a cui possono essere collegati i dispositivi utili per il supporto diagnostico (elettroencefalografo, ecografo, elettrocardiografo) e da una stazione di controllo, situata nella postazione del medico che effettua la valutazione a distanza. «Il dispositivo consente ad uno specialista che opera in un altro presidio di visitare il paziente, parlare e interagire con esso, prendere visione di tutte le indagini diagnostiche che vengono effettuate: insomma, una vera e propria visita a distanza, che garantisce, al contempo, sicurezza e privacy nella trasmissione dei dati».
Tanti i potenziali utilizzi, nelle reti di emergenza urgenza l’importanza del robot è fondamentale. «L’uso della telemedicina nel trattamento dell’ictus, “telestroke”, già utilizzato in realtà italiane, ha mostrato grandi vantaggi in quelle situazioni in cui neurologi e specialisti dell’ictus non sono disponibili», ha aggiunto toccando il tema della carenza dei medici. La telemedicina non è la soluzione ma aiuta soprattutto in realtà come quella molisana.
Il progetto è in fase sperimentale, dopo il primo step che vedrà il Pronto soccorso del Cardarelli connesso con la stroke di Isernia e individuerà indicatori di processo e di esito, si riorganizzerà la rete: a Campobasso l’hub, la cui realizzazione – ricorda Toma – è stata finanziata dalla sua giunta, a Termoli e Isernia i centri spoke. «Ciascun centro sarà dotato di un’unità operativa dedicata alla gestione clinico-terapeutica del paziente affetto da ictus cerebrale in fase acuta: la stroke unit. In particolare, il centro hub, Campobasso, sarà sede di una stroke unit di Il livello e, tramite la telemedicina, potrà valutare i pazienti e fornire indicazioni alla terapia trombolitica a Isernia e Termoli, che saranno sede di una stroke unit di I livello».
r.i.

Un Commento

  1. Dott. Licio Iacobucci scrive:

    Il decreto del ministero della Salute n. 70 del 2 aprile 2015 (Dm 70/2015) ha codificato la necessità di organizzare l’assistenza all’ictus cerebrale su due livelli. Il primo livello è quello dei centri dove effettuare solo la trombolisi endovenosa situati in ospedali con bacino d’utenza compreso fra 150.000 e 300.000 abitanti, mentre il secondo livello è quello dei centri dove effettuare, oltre alla trombolisi endovenosa, anche i trattamenti endovascolari (trombolisi meccanica), situati in ospedali con bacino d’utenza compreso fra 600.000 e 1.300.000 abitanti. Nella stroke unit in attivazione presso l’Ospedale Cardarelli di Campobasso sarà possibile pertanto praticare solo il trattamento con la trombolisi endovenosa, che si pratica iniettando in vena una farmaco il rt-PA, approvato in Europa nel lontano 2001, che opera la fibrinolisi chimica del trombo. Le linee guida attuali del trattamento dello stroke impongono di associare alla trombolisi endovenosa, la trombolisi meccanica, cioè la rimozione meccanica del trombo mediante una procedura di neuroradiologia interventistica, in cui si introduce un catetere in genere nell’arteria femorale, si raggiunge il vaso cerebrale ostruito e si opera la rimozione del trombo con rivascolarizzazione del territorio cerebrale sofferente. E’ auspicabile pertanto una soluzione che preveda l’associazione della trombolisi meccanica con attività H24. Naturalmente è evidente che le strutture per i trattamenti endovascolari, , hanno importanti problematiche organizzative, in termini di risorse umane, economiche e gestionali, per garantire un’attività h24 come prevede il Dm 70/2015. Pertanto è auspicabile che l’ASREM faccia accordi di confine con strutture dotate di neuroradiologia interventistca vascolare dove trasferire in urgenza il paziente con ictus ischemico per l’asportazione meccanica del trombo , programmando il trasferimento con elisoccorso.

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