Una lunga giornata quella che hanno affrontato ieri i consiglieri regionali impegnati in Aula per la trattazione di ben 41 punti in agenda tra mozioni, interpellanze e interrogazioni. Non tutto l’ordine del giorno è stato evaso dagli stakanovisti rimasti fino alla fine, pochi visti i numerosi banchi vuoti ‘fotografati’ nel pomeriggio. Risultando assenti i promotori delle richieste di chiarimento o di impegno, molti argomenti sono stati giocoforza rinviati. Non senza una ‘coda velenosa’: le puntualizzazioni a fine giornata del sottosegretario Quintino Pallante, che ha ‘sostituito’ il presidente Toma impegnato a Bruxelles e per questo assente dai lavori.
Riferendosi alla collega Aida Romagnuolo, ma senza mai fare il suo nome, il sottosegretario, ringraziando i presenti che hanno consentito la trattazione degli argomenti in agenda, ha chiosato: “È un dovere di esserci anche se faticoso per qualcuno. Come per la collega che ha abbandonato i lavori: alcuni consiglieri sono poco avvezzi a trattare argomenti qui, ma sono molto social e preferiscono stare in giro per sagre. Spero che, essendo terminata la stagione estiva, tornino in Aula». Un ordine del giorno fitto di argomenti, quindi, al vaglio dell’assemblea: alcuni parecchio datati, con ‘giacenze’ anche di 12 mesi. Motivo per il quale parecchi argomenti sono stati superati dagli eventi, come nel caso della mozione Di Lucente sull’offerta formativa.
Si è discusso delle opere incompiute a San Massimo e a Campitello Matese con la mozione del Movimento 5 Stelle che hanno ‘dato i numeri’: 13 anni di tempo e oltre un milione e mezzo di euro per due ‘cattedrali nel deserto’. «È l’ennesimo caso di cattiva gestione dei soldi pubblici – il commento di Angelo Primiani -: dopo oltre 10 anni dall’aggiudicazione dei lavori, e nonostante fondi che superano 1,5 milioni di euro, ancora non sono terminati né gli interventi al campo sportivo del comune matesino né quelli alla piramide che dovrebbe fungere da centro polifunzionale dell’area turistica». Una storia cominciata nel lontano 2006, con i fondi Cipe per le aree sottoutilizzate che, due anni dopo, consentono la sottoscrizione del programma pluriennale di interventi. A settembre 2009 l’avviso di gara, a novembre 2012 la progettazione definitiva per i lavori per la realizzazione di una sala polivalente in località Campitello e opere di manutenzione di un campo di calcio in località ‘Petraia San Rocco’. Nel 2014 il via ai i lavori al quale seguono numerose richieste di proroga da parte del Comune, l’ultima fissa la data per la conclusione dei lavori al 30 aprile 2020. «Dunque – sintetizza Primiani – le opere non sono ancora completate nonostante siano stati erogati al Comune di San Massimo importi complessivi per 1.565.578,23 euro. Il sottosegretario Pallante, nel rispondere alla nostra interpellanza, per giustificare i ritardi ha tirato in ballo due perizie di variante, i ritardi del pagatore, l’ennesima proroga ottenuta per il termine dei lavori e, addirittura, le condizioni climatiche. Tirare in ballo il clima per lavori oltre 1400 metri è quanto meno imbarazzante». Nel pomeriggio ha tenuto banco, ed è stata approvata all’unanimità dei presenti, la mozione pentastellata sulla controversa questione delle quote associative che i Comuni sono obbligati a versare alle Comunità Montane che, su carta e dal 2011, sono in liquidazione, non hanno servizi da offrire ma, di contro, inviano decreti ingiuntivi agli Enti Locali che non versano pagano il dovuto sebbene non ricevano alcunché in cambio.
Un atteggiamento stigmatizzato anche dai consiglieri di maggioranza Cefaratti e Di Lucente intervenuti nel dibattito a sostegno della tesi del primo firmatario della mozione, Fabio De Chirico. Il Consiglio regionale ha deliberato di impegnare il presidente Toma e la Giunta a porre in essere le azioni di legge per risolvere la questione dei contributi associativi anche attraverso modifiche alle vigenti disposizioni e a verificare lo stato della gestione liquidatoria entro e non oltre il 31 dicembre prossimo.
Lunedì prossimo i commissari liquidatori saranno in audizione in Prima Commissione, come ha anticipato il presidente Di Lucente «nella speranza ci consegnino documenti richiesti da una settimana: vogliamo sapere cosa stanno facendo questi signori con i soldi dei molisani» ha sottolineato. Anche Cefaratti non le ha mandate di certo a dire, pur precisando che la quota associativa sia comunque da corrispondere viste le recenti sentenze del Tar in tal senso.
«L’unica cosa giusta da fare è mettere fine a questi commissariamenti che durano da troppi anni. Nelle note scritte dalla struttura per alienazione dei beni delle Comunità Montane – ha ulteriormente specificato, riferendosi all’argomento trattato in mattinata – , stenderei una trapunta pietosa. Ho ascoltato considerazioni banali, che vanno al di là di ogni logica: qualcuno asserisce che prima di vendere il bene occorra ristrutturarlo, che idea malsana».

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