A Roma la piazza del centrodestra, a Firenze la sfida di Matteo Renzi al centrosinistra e non solo. Un sabato italiano, sabato 19 ottobre 2019.
Partiamo dalla Capitale, dove Matteo Salvini ha portato a San Giovanni il popolo della Lega e Fratelli d’Italia ma pure di Forza Italia. Non sono mancati, insieme alle polemiche, esponenti della destra estrema di CasaPound. «Vinciamo le Regioni e mandiamo a casa il governo», la chiamata alla mobilitazione del leader del Carroccio.
Sul palco, insieme agli altri governatori, ha preso la parola Donato Toma: «Il centrodestra vince se è unito. Oltre l’80% dei Comuni molisani è di centrodestra, le due Province, la Regione. Ci manca solo il governo del centrodestra, basta con i governi incestuosi di sinistra-sinistra. La piazza – aggiunge – si deve far sentire sino a Palazzo Chigi. Il Molise è presente, a prestissimo al governo».
A Roma, con la delegazione degli azzurri, anche la coordinatrice regionale di Forza Italia Annaelsa Tartaglione: «La piazza del centrodestra forte e compatto che dice no al governo delle tasse e delle manette e si candida nuovamente a guidare il Paese», sintetizza e definisce poi «memorabile il discorso di Silvio Berlusconi, che 25 anni fa inventò, per salvare la Nazione dagli estremismi e dal declino, questo centrodestra».
A Firenze per il debutto di Italia Viva, invece, tra gli altri Donato D’Ambrosio, Piero Di Silvestro, una delegazione partita da Campomarino e, un ritorno a sorpresa, Mauro Natalini, ex consigliere regionale ed ex segretario di Rifondazione comunista. Una sintesi della Leopolda 10? Per l’ex sindaco di Santa Croce di Magliano, pioniere di Azione civile di cui ha costituito il primo coordinamento molisano, «una bolgia di idee, proposte e persone positive e costruttive».
Scelto anche il simbolo, un gabbiano in volo, che sarà testato nei sondaggi.

Iorio alla finestra ma benedice il centro che torna protagonista:«Tra due estremi è determinante»

Sospettato di simpatie renziane, Michele Iorio non conferma l’avvicinamento a Italia Viva. Ma nel giorno clou della Leopolda 10 l’ex governatore in un’intervista a Teleregione benedice il progetto di rendere di nuovo protagonista l’area moderata.
«Nell’area di centro alla quale mi sono sempre rifatto e riferito quando ci sono movimenti in questa direzione mi sembra si debba guardarli con simpatia e sperare in un loro ruolo sempre più determinante. In una politica che rischia di svolgersi su due sponde estreme, il ruolo del centro politico e il non centro ‘ballerino’, credo sia assolutamente determinante», così Iorio.
Soprattutto, però, a suo avviso «c’è da fare grande riflessione su futuro del centrodestra, l’assetto di quello molisano – l’ho già detto – non mi rappresenta, al di là della fiducia nel presidente per il resto mi sento un pesce fuor d’acqua sia in Consiglio sia sui programmi e i progetti».
Si dà una finestra temporale, Iorio. Tra sei mesi, a suo parere, il quadro sarà «molto diverso da quello attuale».
Come aveva anticipato, a Palazzo D’Aimmo vota con la maggioranza solo quel che condivide. Spesso si astiene né sono mancati casi in cui si è espresso come le minoranze. «Non mi sento rappresentato perbene in questa maggioranza, ho rappresentato i miei dubbi a Toma che mi ha garantito un momento di riflessione anche sui programmi. Sono in attesa di questo possibile chiarimento – spiega Iorio – Per ora vedo un Consiglio demansionato nelle sue funzioni che sono rilevanti, quella legislativa e quella in materia di programmazione». Infine non condivide la scelta della quattro corsie e rilancia sull’autostrada: «Il Molise non avrà futuro se non si collega alle grandi vie di comunicazione. Non capisco allora perché non si riprende la battaglia o una iniziativa per l’autostrada».

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